Della serie alzati e cammina, Cristiano Ronaldo ieri sera in nazionale ha segnato una tripletta alla Lituania. Abbiamo il forte sospetto che andando in Portogallo abbia allungato un po’ il viaggio passando da Lourdes, altrimenti fatichiamo a capire cosa possa essere successo da domenica sera, momento della sostituzione col Milan, ad oggi.
Da un ginocchio che fa male a un ginocchio che sta bene, di solito il passo non è così breve e quattro giorni sono davvero pochi. Sull’intervento sovrannaturale possiamo fare qualche battuta, ma a questo punto si può sorridere su tutta questa vicenda un po’ surreale e un po’ ingigantita. Magari il ginocchio gli faceva male davvero, ma diciamolo, Sarri ha voluto sancire il principio che anche Cristiano Ronaldo quando gioca male può essere sostituito. E io sto con Maurizio Sarri tutta la vita. Gli dico bravo mille volte perché non soltanto l’ha sostituito, ma ha pure gestito la vicenda alla grandissima, derubricando il potenziale vaffa, come meglio non avrebbe fatto uno straordinario democristiano che per altro lui non è mai stato.
Il messaggio “anche tu puoi essere sostituito” è stato condito e disinnescato con la scusa del ginocchio e il ringraziamento pubblico al giocatore che gioca nonostante tutto per amore della Juve e dei tifosi. Un capolavoro. Non basta. Con due sostituzioni a fila, Sarri ha risvegliato anche l’orgoglio del Grande Campione che, guarda caso, ha immediatamente risposto al suo allenatore sul campo dopo averlo avvisato a parole in portoghese, uscendo da un altro campo.
E adesso? Qualcuno parlerà di giallo, io credo invece che tutto possa rientrare in una normale dinamica di spogliatoio quando il protagonista è uno dei più grandi giocatori della storia del calcio che da una parte combatte contro il tempo che passa e dall’altra continua ad alimentare il mito dell’atleta d’acciaio. Nessuno vuole ridimensionare Ronaldo, ma se ha capito di essere un po’ più normale (e l’ha capito) farà del bene a sé stesso e alla Juve. Sarri l’ha sostituito per vincere a Mosca e con il Milan, ma in fondo gli ha fatto anche un favore togliendolo da prestazioni non da Ronaldo.
In attesa delle prossime puntate (pensavate fosse chiuso qui? Illusi), c’è un altro personaggione che tiene banco.
Parlo, naturalmente, di Ibracadabra come lo chiamava qualcuno una volta. C’eravamo lasciati una settimana fa con il clamoroso annuncio del commissioner della Mls, Don Garber, che in un’intervista s’era lasciato sfuggire: “Ibra ci lascia, va al Milan>. Abbiamo assistito a tiepide smentite del tipo s’è sbagliato, l’hanno capito male, e voi pensate davvero che il numero uno della Mls abbia detto delle cose come fosse un Ferrero qualsiasi? Vi sbagliate. La verità si sta costruendo giorno dopo giorno con la regia di un grande stratega chiamato Mino Raiola.
E’ ovvio che il Milan abbia problemi di fair play finanziario, è altrettanto normale che Gazidis abbia allontanato l’ipotesi di ingaggiare giocatori avanti con gli anni, ma con le giuste strategie si può tutto. A gennaio il Milan venderà diversi giocatori in esubero per rientrare e poter permettersi uno come Ibra. Ma sta succedendo anche di più. Suso è passato alla scuderia Raiola, ora il Milan avrà un super alleato per una cessione da 30 milioni. Quello stesso alleato Raiola che alla fine piazzerà anche Donnarumma per il bene dei conti del Milan, sostituendolo con un altro portiere all’altezza che costa e guadagna molto meno. Il puzzle si sta componendo e del resto il Milan ha evidenti problemi in attacco e di personalità. Se si vuol tirare fuori da una situazione difficile deve fare correttivi e invertire subito la rotta. Per Ibra è pronto un contratto da 4-5 milioni per un anno e mezzo. Se i proprietari del fondo Elliott non dovessero dare l’ok neppure quest’anno, saremmo davvero davanti a un tafazzismo inspiegabile. In attesa resta molto attento anche il Bologna mentre nel caos del Napoli forse oggi uno come Ibra è sconsigliabile.
E passando al Napoli, anche qui come per Ibra, ci sono delle notizie che fanno dei giri immensi e poi ritornano. Qualcuno le chiama fakko niusso, ma non sempre è così.
Nei giorni scorsi il Daily Mail e non un giornale qualsiasi, ha scritto che lo sceicco Al Thani ha voglia di comprare una società italiana e sarebbe sul punto di fare un’offerta a De Laurentiis per il Napoli. La cifra proposta sarebbe di 560 milioni di euro, e per qualcuno il contatto con un intermediario ci sarebbe già stato. Vero? Falso? Verosimile?
Intanto il Napoli ha fatto sapere in maniera non ufficiale, ma attraverso canali giusti, che volgarmente trattasi di balle. Loro non hanno detto così, ovvio, sintetizzo io. E’ stato per altro anche fatto trapelare che comunque il Napoli non si vende per meno di 800 milioni. E qui già qualche sospetto mi viene. Se non vuoi vendere non devi fare prezzi, evidentemente era meglio dire che il Napoli non si vende a 560 milioni. Ma questa è una mia deduzione da maligno patentato quale sono.
Comunque, non so cosa farà De Laurentiis, di sicuro il Napoli non è in vendita e il presidente vuole continuare a essere padre-padrone di questa società, ma se davvero ci fosse alla porta uno come Al Thani una riflessione sarebbe obbligatorio farla. Almeno per me, ovvio.
Perché? Perché il Napoli è arrivato a un livello altissimo due anni fa, ha sfiorato uno storico scudetto e quando si raggiunge l’apice si può solo fare peggio. Il problema di De Laurentiis è che in questi anni ha fatto benissimo calcio, con idee e intuizioni, con il decisionismo personale, ma non si è mai preoccupato di far crescere la società. Il Napoli è una straordinaria bottega di primizie che si ritrova a far concorrenza con supermercati. Alla lunga la lotta è impari e basta vedere come salgono i fatturati di Juve e Inter, ad esempio, come crescono queste ed altre società, in tutti i parametri di riferimento, dai programmi immobiliari ai dipendenti, a tutto il resto. De Laurentiis per quanto potrà continuare a competere? Avete visto quante difficoltà sono nate e il caos che è successo per un banale ritiro. In una società strutturata e non fatta di padre e figlio, si sarebbe ammortizzato tutto con una catena di figure e di interventi. Sembra un fatto banale, ma non lo è. Per carità, il Napoli è una grande squadra e resta competitivo, ma questo ciclo sta finendo, De Laurentiis ha la forza e le idee per programmare un altro periodo d’oro? Non lo so, mi sembra complicato per i motivi appena detti, ma anche perché le energie di oggi non possono essere quelle di dieci, ma neppure di cinque anni fa. De Laurentiis ha preso il Napoli dal fallimento è stato bravo, ma ha immesso risorse relative, anzi la famiglia ricava sostanziosi introiti, vendere a certe cifre significherebbe fare un grande colpo. E da 560 a 800, magari trattando si chiude a 650-700. Se poi prevalgono le scelte di cuore, c’è la passione, resta l’attaccamento, se il Napoli è una parte stessa di Adl, il mio ragionamento finisce qui.
Calcisticamente invece sarebbe un’operazione che sta in piedi e le cose che stanno in piedi a volte ritornano. Sono curioso anch’io di capire, se qualcuno ha messo in giro una notizia del genere non è stato un caso. E Al Thani è sempre Al Thani.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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