Un pareggio che pesa come un’occasione mancata, ma non come una sconfitta. Dopo lo 0-0 casalingo contro lo Slavia Praga, terza giornata di Champions League, Ivan Juric si è presentato in sala stampa alla New Balance Arena con il volto di chi sa che la sua squadra sta lavorando nella direzione giusta. L’Atalanta ha prodotto tanto – 19 tiri, 7 nello specchio – ma non ha trovato la via del gol. Il tecnico croato ha analizzato con lucidità la gara, tra fiducia nel gruppo, attenzione alla crescita dei singoli e la certezza che presto il lavoro pagherà. Ecco quanto evidenziato da TuttoAtalanta.com
Mister, è arrivato un pareggio con tante occasioni create ma senza gol. Dove si può migliorare nella finalizzazione?
«In queste due partite abbiamo avuto tra le quindici e le venti occasioni da gol nitide, davvero tante. A volte si può fare meglio, altre volte entra in gioco la sfortuna. Ci sono state anche molte situazioni potenziali che non siamo riusciti a concretizzare per dettagli. È chiaro che bisogna migliorare qualcosa nella lucidità e nella scelta finale, ma quando una squadra crea così tanto non si può essere negativi: significa che il lavoro c’è e che il gruppo sta bene».
Anche oggi si è vista un’Atalanta più brillante in un tempo rispetto all’altro. Come spiega questa mancanza di continuità?
«Non credo sia una questione di continuità. Ci sono anche gli avversari: pensare di giocare novanta minuti come nel secondo tempo con la Lazio non è realistico. Lo Slavia ha un modo di giocare molto diretto, cercando spesso la seconda palla. Questo ti costringe a lottare, a difendere, a stare concentrato. Ma anche in una partita così abbiamo creato tanto, trovando spazi per De Ketelaere, Lookman e Krstovic. Sono soddisfatto di come la squadra ha interpretato la gara».
Oltre ai gol, cosa serve per fare l’ultimo salto in avanti in termini di gioco e continuità?
«Serve equilibrio. Non si può pensare di schiacciare l’avversario per centodieci minuti. Ci sono momenti in cui bisogna soffrire, difendere bene e vincere i duelli. In queste due partite la squadra è stata molto concentrata, ha concesso poco e ha creato tantissimo. Se guardiamo i numeri, abbiamo costruito più di quindici palle gol a partita: significa che siamo vivi, che la squadra gioca con idee chiare e intensità. Sono convinto che ci sbloccheremo presto».
Scamacca è tornato dopo cinquanta giorni di stop. Come valuta la sua prestazione?
«Mi auguro che cresca di condizione e continuità. Siamo tutti consapevoli del valore di Gianluca, ma anche del percorso che sta facendo per ritrovare la forma. Oggi all’inizio mi è sembrato un po’ contratto, poi si è sciolto, ha avuto due buone occasioni: una di testa, un’altra con un tiro alto. Sta lavorando bene, con impegno, e noi con lui stiamo cercando di aiutarlo a tornare ai suoi livelli. Dopo un periodo così lungo senza giocare, è normale avere bisogno di tempo».
Con 19 tiri totali e 7 nello specchio, si aspettava qualcosa di più dagli attaccanti?
«Quando finisce 0-0 ti aspetti sempre qualcosa in più, è naturale. Ma non posso rimproverare nulla ai ragazzi. Ci sono state situazioni in cui gli attaccanti hanno preso la posizione giusta, hanno interpretato bene il movimento, ma la palla non è entrata per pochissimo. Mi dispiace per loro, perché lavorano tanto e fanno tante cose positive. È un periodo in cui non riusciamo a segnare, ma non dobbiamo perdere fiducia».
Questo digiuno può diventare un problema mentale?
«No, non deve diventarlo. Dobbiamo restare lucidi nell’analisi. In due partite abbiamo fatto più di quaranta tiri, creato tantissime occasioni e concesso quasi nulla a due ottime squadre come Lazio e Slavia. È normale essere rammaricati, ma non preoccupati. Sarebbe grave se non creassimo nulla. Invece siamo vivi, intensi, e produciamo tanto. Ora serve solo più cattiveria nell’ultimo passaggio e più precisione sotto porta».
Guardando la classifica, siete a metà girone con quattro punti. Cosa serve per affrontare al meglio le prossime sfide, a partire da Marsiglia?
«Serve forza mentale. Dobbiamo continuare ad affrontare ogni partita con la stessa mentalità, sapendo che dobbiamo alzare il livello realizzativo per raccogliere di più. Ma non cambia la fiducia: la squadra gioca, crea, e questa è la base su cui costruire. Se manteniamo questa identità, i punti arriveranno».
Che impressione le ha lasciato lo Slavia Praga?
«È una squadra molto fisica, abituata a vincere nel proprio campionato. Giocano tante seconde palle, tanti duelli, e puntano molto sull’1 contro 1. Sapevamo che sarebbe stata una partita difficile, ma i ragazzi l’hanno preparata e interpretata bene. L’unico rammarico è non aver concretizzato le occasioni create».
Come ha visto i rientranti Zalewski, Kossounou e Bellanova?
«Bene, molto bene. Kossounou ha retto con solidità, Zalewski ha mostrato le sue qualità e ha ancora margini enormi di miglioramento, mentre Bellanova ha messo minuti importanti nelle gambe. Mi dispiace per l’infortunio di Scalvini, ma il fatto di recuperare questi ragazzi ci permette di avere più soluzioni e di gestire meglio le rotazioni».
Un commento finale su De Ketelaere, oggi tra i migliori in campo.
«L’ho visto molto dentro al progetto. In passato alternava momenti positivi e altri più difficili, ma ora vedo un ragazzo diverso, con personalità e voglia di essere protagonista. È diventato un leader silenzioso, partecipa anche in fase difensiva, lotta, ruba palloni. Ha un’energia nuova e sono convinto che possa crescere ancora molto».
L’analisi di Juric è lucida e concreta: l’Atalanta non vive una crisi, ma una fase di transizione in cui le prestazioni ci sono e i risultati ancora no. Fiducia, equilibrio e crescita: tre parole chiave che sintetizzano il pensiero di un allenatore che guarda avanti con ottimismo e consapevolezza.
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Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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