Archiviare Udine e ripartire da Marsiglia. Alla vigilia della trasferta francese in Europa, Ivan Juric si presenta ai microfoni di Sky Sport con il tono sereno e la lucidità di chi conosce bene i momenti del calcio. L’Atalanta arriva alla sfida europea reduce dalla prima sconfitta stagionale, ma il tecnico croato non fa drammi: fiducia nel gruppo, consapevolezza della qualità del lavoro e rispetto per un avversario guidato da un allenatore, Roberto De Zerbi, che Juric considera un modello di modernità. Ecco quanto evidenziato da TuttoAtalanta.com
Mister, perché un tifoso dell’Atalanta deve essere ottimista in vista della gara di domani?
«Deve esserlo assolutamente, perché la squadra ha fatto molto bene fino alla partita di Udine. Abbiamo disputato grandi prestazioni, poi a volte nel calcio ci sono componenti che ti impediscono di vincere, anche quando giochi meglio degli altri. Con l’Udinese c’è stato un calo evidente, ma dopo 10-12 partite di livello altissimo ci può anche stare. Sono sereno, perché so che questo gruppo ha dentro valori e voglia di reagire».
Su cosa avete lavorato in questi giorni per ritrovare convinzione e ritmo?
«Abbiamo battuto su tutto quello che in queste settimane abbiamo fatto benissimo. In tante partite ci è mancata solo un po’ di fortuna e di precisione sotto porta. La priorità era recuperare intensità mentale e fisica, perché a Udine ci è mancata. Può capitare, quando si gioca ogni tre giorni, ma sono convinto che già domani si vedrà un’Atalanta diversa».
De Zerbi ha detto che non cadrà nella trappola di un’Atalanta in crisi. Ti fa piacere questa considerazione?
«Basta vedere le partite, non servono parole. Contro il Milan, la Lazio o altre squadre abbiamo sempre giocato bene. Ogni gara ha una storia diversa, ma l’Atalanta ha sempre avuto identità e coraggio. So che Roberto è un grande tecnico, con talento e idee. Anche noi arriviamo pronti: affrontiamo un avversario forte, pieno di velocità e qualità, e per vincere servirà una prova perfetta».
Che tipo di squadra è questo Marsiglia e come va affrontato in un contesto come il Velodrome?
«È una squadra di grande talento, soprattutto in attacco. Roberto la fa giocare molto bene, e al Velodrome è ancora più aggressiva e tosta da affrontare. L’ambiente sarà caldo, ma è normale: parliamo di un club con tradizione e pubblico eccezionale. Dovremo essere concentrati, precisi e coraggiosi, toccando quasi la perfezione per portare a casa un risultato positivo».
Oggi si è parlato molto delle tue foto con il presidente Percassi a Zingonia. Hai avuto modo di confrontarti con lui dopo Udine?
«Non c’è niente di speciale. Ci vediamo spesso, parliamo ogni giorno, siamo sempre in contatto. Non serve nessuna rassicurazione, perché non c’è nulla da chiarire. Si sta cercando di creare un caso che non esiste. Con la società c’è un dialogo costante e sereno, come è sempre stato».
Parlando di De Zerbi, quali sono gli aspetti del suo calcio che più apprezzi e che ti hanno colpito?
«Roberto ha fatto esperienze importanti all’estero, prima al Brighton e ora al Marsiglia, e credo che stia crescendo ancora come allenatore. Il suo calcio è sempre riconoscibile, ma ora è diventato più aggressivo anche in fase difensiva. Si vede che riflette, analizza e adatta le sue idee. È un ragazzo che pensa e che migliora di anno in anno. Vedere le sue partite, sia al Brighton sia ora al Marsiglia, è sempre un piacere. Lo stimo molto, anche come persona: è uno corretto, genuino, perbene».
Ti vediamo spesso molto concentrato, con un’immagine da tecnico duro e poco incline alla leggerezza. Ti riconosci in questa descrizione?
«Non completamente. In realtà sono una persona leggera, anche felice. A volte severo, certo, ma fa parte del mio modo di essere. Questa situazione la vivo con tranquillità, perché so che la squadra ha sempre giocato bene, tolta la gara di Udine. Poi ci sono opinioni più o meno maliziose, ma chi analizza con onestà le prestazioni sa che l’Atalanta ha sempre espresso un ottimo calcio. Accolgo volentieri il consiglio di essere più “leggero”, magari prendendo esempio da uno come Allegri, che è sempre perfetto nella comunicazione. Ma io sono sereno: guardo al lavoro e penso alla prossima gara».
Ultima domanda: quanto ti infastidisce il continuo paragone con Gasperini e con la sua Atalanta?
«Non mi dà fastidio, anzi. So perfettamente cosa ha rappresentato Gasperini per Bergamo: ha fatto un lavoro straordinario e per me c’è solo grande rispetto e affetto. È un amore sportivo totale, da parte mia. Sapevo bene in che contesto venivo e quali aspettative ci sarebbero state, ma non mi pesa. Finché vedo la mia squadra giocare bene, non mi preoccupo. Abbiamo sei o sette nuovi giocatori che voglio far crescere, che saranno il futuro dell’Atalanta. Qui si lavora a un progetto vero, con una società di livello altissimo che ti mette nelle condizioni migliori per fare bene. E io questa realtà la vivo bene, anzi, benissimo».
Con la consueta chiarezza e compostezza, Ivan Juric ribadisce la sua fiducia nell’Atalanta e nel percorso intrapreso: niente drammi dopo Udine, solo concentrazione e voglia di riscatto. «Abbiamo sempre giocato bene – conclude – e continueremo a farlo. A Marsiglia servirà una grande partita, ma la squadra ha dentro la forza per reagire».
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Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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