Il problema non è più solo nei risultati, ma nella produzione offensiva. L’Atalanta ha smarrito il gol, e con esso la sua identità. Tre gare senza segnare nelle ultime cinque tra campionato e Champions League – contro Lazio, Slavia Praga e Udinese – e appena due reti all’attivo, firmate con Cremonese e Milan. Numeri da crisi vera, da record negativo per una squadra che negli ultimi anni aveva fatto della prolificità offensiva la sua cifra stilistica.
COME NEL 2018, IL PERIODO PIÙ BUIO – Bisogna tornare indietro di oltre cinque anni per trovare un’Atalanta così sterile sotto porta. Era l’estate 2018, quella post-eliminazione dai preliminari di Europa League, quando la squadra allora di Gasperini attraversò un periodo nero: appena due reti in cinque partite, con addirittura quattro gare consecutive senza segnare (Copenaghen, Cagliari, Spal e Torino). Anche allora il ciclo si chiuse con un pari 2-2 col Milan: un segnale di ripartenza che oggi Juric spera di poter imitare.
Quella crisi, durata sette partite con appena due gol complessivi, fu il preludio alla risalita verso la prima storica qualificazione in Champions. Oggi, per la Dea, serve la stessa scintilla tra Marsiglia e Sassuolo, per evitare di replicare un incubo già visto.
NUMERI DA ALLARME ROSSO – I dati parlano chiaro: nell’ultimo decennio, solo undici volte l’Atalanta aveva segnato meno di un gol di media in un ciclo di cinque gare. In quattro casi era rimasta a 3 reti, in cinque a 4, ma tre gare a secco su cinque come in questo periodo si erano viste solo in stagioni travagliate: 2020/21 (Liverpool, Spezia e Verona), 2022/23 (Milan, Udinese e Napoli) e 2023/24 (Inter, Fiorentina e Lazio).
Peggio aveva fatto soltanto nel 2014/15, con Colantuono in panchina e la salvezza come unico obiettivo, quando arrivò una striscia di quattro gare senza segnare tra settembre e ottobre. Da allora, mai un blocco così lungo.
ATTACCO SPUNTATO – Le cifre del campionato confermano il trend: 3 gol nelle ultime 5 giornate e 4 nelle ultime 6, con la metà delle reti stagionali concentrate in due sole partite (Lecce e Torino, 7 gol su 13 totali). Nelle ultime sei giornate solo il Genoa ha fatto peggio. L’assenza di un vero bomber pesa come un macigno. Nessun giocatore ha superato le 2 reti complessive tra Serie A e Champions: Krstovic, De Ketelaere, Samardzic, Sulemana e Pasalic si fermano a quota 2, mentre gli altri restano a secco. Numeri da zona retrocessione per un reparto che un anno fa poteva contare su un Retegui già in doppia cifra. Il dato più impietoso? Nessuna squadra di Serie A ha un miglior marcatore con meno di 2 reti, eccezion fatta per Lecce, Genoa, Verona e Pisa. L’Inter, al contrario, ha ben cinque giocatori che hanno segnato più del top scorer nerazzurro.
IL CROLLO DEGLI XG – Neppure le statistiche avanzate offrono consolazioni - esamina L'Eco di Bergamo -. Prima del crollo di Udine, l’Atalanta vantava il terzo miglior valore per Expected Goals (1,71 xG a partita), ma contro i friulani il dato è precipitato a 0,39, il più basso della stagione secondo Wyscout. Segno che la squadra non solo non concretizza, ma fatica ormai anche a creare occasioni pulite. Il ritmo, la verticalità e l’intensità – tratti distintivi del gioco nerazzurro – si sono smarriti, insieme alla fiducia.
JURIC ALLA RICERCA DELLA SVOLTA – Ivan Juric lo sa: per uscire dalla crisi serve ripartire dal gol. L’Atalanta non può vivere di equilibrio, né di sterile possesso. Il calendario propone due partite chiave, a Marsiglia e poi in casa contro il Sassuolo, dove la Dea dovrà riscoprire il piacere di colpire e vincere. Una squadra che ha fatto della ferocia offensiva il proprio marchio non può restare ostaggio dell’astinenza: per Juric è tempo di ritrovare il coraggio, e per l’Atalanta di tornare a fare ciò che sa fare meglio — segnare e volare.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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