Ai microfoni de L’Eco di Bergamo, Giorgio Magnocavallo prova a leggere il momento dell’Atalanta con equilibrio, senza però ignorare le ombre emerse dopo la sconfitta di Udine. «Vedo tante critiche, forse troppe. Se in mezzo a quei sette pareggi ci fossero state anche solo due vittorie, oggi parleremmo di un’altra classifica e di un’altra atmosfera. La vera prestazione negativa è stata quella di Udine: prima l’Atalanta aveva sbagliato qualche primo tempo, ma aveva sempre reagito. Bisogna anche smettere di pensare che la Dea sia obbligata ogni anno ad arrivare tra le prime tre. Non è l’Inter, la Juventus o il Napoli: le aspettative devono essere proporzionate».

UN EREDITÀ PESANTE – Magnocavallo non nasconde i rischi che comporta il dopo-Gasperini: «Arrivare a Bergamo dopo Gasperini significa avere tanto da perdere. Personalmente, non l’avrei fatto. Juric è in una situazione complicata, anche perché Bergamo è una piazza esigente: si passa facilmente dalle stelle alle stalle. Il problema è che qualcosa, dentro lo spogliatoio, sembra non funzionare come dovrebbe».

L’ex terzino individua alcuni segnali preoccupanti: «L’intervista di Carnesecchi dopo la partita di Cremona ha fatto capire che c’è qualche tensione, e anche le difficoltà di de Roon sono una spia. I giocatori storici hanno un anno in più e forse non riescono più a garantire l’intensità di una volta. In più, il tecnico ha cambiato troppo: troppi moduli, troppe formazioni diverse. La squadra vista sabato mi ha lasciato perplesso».

IL FUTURO SI GIOCA NELLE PROSSIME DUE – Per Magnocavallo, il momento della verità è dietro l’angolo: «La società dovrà valutare con attenzione. Se l’Atalanta dovesse perdere a Marsiglia in Champions e non riuscisse a vincere contro il Sassuolo, sarà inevitabile prendere dei provvedimenti. Non è una condanna, ma un segnale di realismo. È giusto dare fiducia a Juric, ma adesso servono risultati: la squadra deve ritrovare identità, coraggio e convinzione».

TRA EQUILIBRIO E RESPONSABILITÀ – Non è il tempo degli strappi, ma nemmeno della rassegnazione. «L’Atalanta resta una grande realtà del calcio italiano, ma deve riscoprire i propri principi. Serve equilibrio, ma anche determinazione nel cambiare passo. Le prossime due partite diranno molto: la Dea non può permettersi di sbagliare ancora».

Un monito lucido, da chi Bergamo la conosce bene: calma sì, ma solo se accompagnata da una reazione immediata.

Sezione: Interviste / Data: Lun 03 novembre 2025 alle 08:30
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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