Da Valencia a Liverpool. Dal 10 marzo al 25 novembre. Dal principio dell'incubo Coronavirus alla morte di Diego Armando Maradona. Le due vite di Josip Ilicic sono così lontane, otto mesi e mezzo, seppur così vicine. L'Atalanta che regala una serata meravigliosa a tutti gli amanti del calcio, prendendosi i quarti di forza prima che Bergamo piombi nell'oblio e nell'incubo dovuto alla pandemia, oppure espugnando Anfield, in uno stadio che di Champions ne ha vista giusta qualcuna, nel momento immediatamente successivo all'addio della Mano de Dios che fece tanto male agli inglesi, trentaquattro anni fa, in estate.

Un'impresa titanica quanto tutto cade a pezzi, sembrerebbe far pensare l'Atalanta. Straordinaria, finalmente al solito livello, sbarazzina quanto basta, senza essere sfrontata. Un anno fa, alla quarta partita, i nerazzurri si rilanciavano verso gli ottavi, raggiunti poi con sette punti. Ora non potrebbero essere abbastanza, perché il pareggio del Gewiss Stadium di qualche tempo fa, contro l'Ajax, non toglie le castagne dal fuoco. C'è un però: il rientro di Josip Ilicic può essere determinante, al netto dei grandi giocatori che Gasperini può pescare dalla panchina. Non è detto che il Papu non torni a fare il centravanti più che il tuttocampista, che serva un centrocampista in più (Pessina stasera, altre volte Pasalic, Malinovskyi o Miranchuk) per equilibrare.

Liverpool dà comunque un'Atalanta che si rilancia anche psicologicamente verso i quartieri alti della classifica, non solo in Champions. Perché il gruppo ha finalmente una maturità diversa da quella degli anni passati, dove comunque era arrivata una finale (di Coppa Italia) e un quarto di finale proprio in Champions, a Lisbona, prima che Ilicic si perdesse e non sapesse tornare. Ora pare davvero (e finalmente) ritornato.

Sezione: Copertina / Data: Gio 26 novembre 2020 alle 11:45 / Fonte: di Andrea Losapio
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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