Troppi stranieri in Serie A. All'indomani della clamorosa sconfitta di Palermo contro la Macedonia del Nord, è questo uno dei gridi d'allarme più sentiti. Storia vecchia: già nel 1953, Andreotti poneva il veto sul tesseramento di calciatori non italiani. Dal 1966 al 1980, causa Corea del Nord, la questione si è riproposta. Da lì in poi, a cadenze cicliche e soprattutto nei momenti di crisi - da ultimo nel 2017 - dagli allo straniero è diventato sport nazionale quando il calcio ha deluso. Dopo aver perso in casa contro una nazionale attualmente al 67° posto nel ranking FIFA, probabilmente non è questo il punto. Ma il terremoto resta l'occasione per fermarsi a riflettere e magari ricostruire.
La Serie A è il campionato con più stranieri? Tesserati alla mano, la risposta è sì o no a seconda del punto di osservazione. Secondo i dati Transfermarkt, nel massimo campionato i giocatori non italiani sono 343, il 62 per cento del totale. La Premier League ci supera, in termini relativi anche se non assoluti: 329 giocatori non sono inglesi, cioè il 65,5 per cento del totale. Nel perimetro dei campionati Big 5, nessun altro ha dati analoghi: la Ligue 1 ospita il 54 per cento di calciatori non francesi, la Bundesliga il 54,4% di giocatori non tedeschi, nella Liga si scende addirittura al 43,6 per cento di tesserati non spagnoli.
La Serie A è il campionato che fa giocare più stranieri. E qui togliamo il punto interrogativo, perché la risposta è sì senza ombra di dubbio. Ci vengono in soccorso le analisi del CIES: nel report mensile di gennaio, l'osservatorio calcistico svizzero ha evidenziato come il 64 per cento dei minuti giocati in Serie A sia stato disputato da calciatori stranieri. Segue, come prevedibile, la Premier League (59,5 per cento), mentre la Bundesliga si ferma al 54,5 per cento e poi troviamo via via la Liga (41,5 per cento) e la Ligue 1 (39,4 per centro). Inoltre, il nostro campionato è quello più "diversificato": in media, ciascun club ospita calciatori di oltre undici nazionalità differenti. Da questo punto di vista, siamo gli unici in doppia cifra con la Premier League.
Come si comportano i club. Che il quadro sia più complicato da leggere diventa evidente dalle analisi legate al comportamento dei singoli club. Ci affidiamo sempre al CIES e in questo caso a un report di ottobre: l'osservatorio calcistico ha studiato quanti stranieri facciano giocare le singole squadre. Cioè in che percentuale i minuti giocati da un calciatore del club X siano disputati da giocatori locali o stranieri. Anche qui siamo ai vertici, ma non con una big: trionfa l'Udinese, dove l'88 per cento dei minuti è giocato da uno straniero. Ma segue il Chelsea (86,8 per cento), campione d'Europa in carica. E il comportamento delle big - che sulla carta sono quelle che influenzano maggiormente la nazionale - è molto vario: se l'Atalanta arriva all'86,3 per cento di "minuti stranieri", squadre come City (78 per cento), Atletico (77,8), Liverpool (76,4), Real Madrid (75,3) o PSG (75,2) impiegano mediamente più calciatori non nazionali rispetto a Milan (74,3), Inter (71,2) o Juventus (65,8).
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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