Gianluca Savoldi, bergamasco doc e figlio del leggendario bomber Beppe, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di TuttoAtalanta.com per raccontare il suo legame con l’Atalanta e le sue sensazioni sul presente della Dea. Cresciuto nel vivaio voluto da Mino Favini, Savoldi ha parlato di identità, continuità e della scelta di affidare la panchina a Ivan Juric.

Via Gasperini, è arrivato Juric: in passato lo indicavi come sostituto ideale, in continuità.
«C’è chi dice di rompere col passato e chi di cercare continuità. La via di mezzo non serviva. Per me la strada era tracciata: l’allievo prediletto, che a Verona aveva come ds l’attuale ds nerazzurro Tony D’Amico. Era la scelta più logica. Juric ci metterà del suo, soprattutto nell’approccio, ma l’Atalanta gioca esattamente come prima: non fa qualcosa di diverso, cambierà dettagli. Esempio: sulle palle inattive difende come l’anno scorso. Juric non fa blocco basso, ma non è “sua” scelta: è continuità con Gasperini; altrove ha fatto anche diversamente. Ogni squadra ti stimola soluzioni varie. Juric era la scelta migliore per non disperdere un patrimonio. Diversamente si sarebbe ripartiti da zero. Con Tony D’Amico si trova bene e si chiude il cerchio con Salvatore Bocchetti (Atalanta U23), che era alle giovanili del Verona quando c’era Juric. Si è cercata continuità, e lo trovo positivo. Per me è un grande allenatore, e lo ha dimostrato».

Una riflessione che fotografa bene il momento storico della Dea: il dopo Gasperini è una sfida enorme, ma per Savoldi la scelta di Juric garantisce coerenza e solidità per non disperdere un patrimonio tecnico e identitario.

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Sezione: Interviste / Data: Sab 06 settembre 2025 alle 18:00 / Fonte: Claudia Esposito
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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