German Denis, attaccante ex Atalanta, si è raccontato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport: "Sono cresciuto a Lomas de Zamora, un distretto nell’area metropolitana di Buenos Aires. Papà Gustavo lavorava come impiegato e nuotava per passione, mamma Alicia maestra elementare, ho un fratello e una sorella. A quattro anni giocavo a calcetto, a sedici ho esordito da professionista nel Talleres, lo stesso club in cui ha iniziato anche Pupi Zanetti. Mi ispiravo a Batistuta e Crespo: un goleador implacabile El Bati, un’enciclopedia del calcio Hernan". 

TANQUE, IL CARROARMATO. “Me lo diede il vice di Burruchaga. Ci sono affezionato, rispecchia il mio modo di intendere il calcio. Ma in famiglia mi chiamavano 'El Mono', la Scimmietta”. 

LA SQUADRA DEL CUORE. "Sono tifoso del Talleres, ma indubbiamente all’Atalanta ho vissuto gli anni più belli. 56 gol in 153 partite di Serie A, le prime tre stagioni in doppia cifra. A volermi fu Pierpaolo Marino, che considero un maestro. Con Maxi Moralez mi intendevo a occhi chiusi, sapeva sempre dove trovarmi in mezzo all’area. L’allenatore a cui sono più legato dal punto di vista affettivo è stato Stefano Colantuono”. 

IL FUTURO. "Mi piacerebbe lavorare come dirigente di collegamento tra la squadra e il club. All’Atalanta? Magari…Le racconto questa: quando la mattina faccio la doccia mi ritrovo a canticchiare da solo (ride), e sa cosa canto? Ger-man/Ger-man/Denis: è il coro che mi facevano i tifosi dell’Atalanta quando entravo in campo”.

Sezione: L'angolo degli ex / Data: Sab 16 agosto 2025 alle 16:05
Autore: Daniele Luongo
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