Bologna, spirito di sacrificio e identità: con la Dea è pari dal sapore amaro

Se qualcuno pensava che la partita di Liverpool potesse distrarre il Bologna dal campionato, si sbagliava e di grosso. Sulle ali dell’entusiasmo nato con la vittoria di Monza e trascinato dai quasi 30.000 del Dall’Ara, contro l’Atalanta i rossoblù mettono in campo grinta e cuore, ingredienti fondamentali per raccogliere un pareggio che – alla fine - sta stretto, ma che diventa un risultato da lodare se si considera come è maturato.

Dopo un primo tempo terminato sullo 0-0 ma giocato con carattere da entrambe le squadre, la ripresa parte in modo spumeggiate: al 47’ Castro si fa spazio per il tiro dal limite e spiazza Carnesecchi portando il Bologna sull’1-0. Abbracci e applausi per il ‘Toto’ che trova il secondo gol consecutivo e trascina ancora una volta i suoi. Dall’altra parte del campo, però, giusto qualche attimo dopo arriva l’episodio che cambia la partita dei rossoblù: Lucumì perde palla al limite dell’area su pressing di De Ketelaere e, nel tentativo di recuperare, colpisce fallosamente il piede del giocatore nerazzurro. Per il direttore di gara è cartellino rosso e punizione in favore della Dea. In 10 contro 11 a soli 5 minuti dall’inizio della ripresa, il Bologna si compatta e resiste al forcing nerazzurro per oltre mezz’ora, ma gli innesti di Gasperini e la stanchezza degli interpreti rossoblù portano i rossoblù a cedere, allo scadere, a Samardzic. Il centrocampista dell’Atalanta trova infatti il gol del definitivo 1-1 sul ‘gong’ dei tempi regolamentari strappando al Bologna la gioia della prima vittoria casalinga della stagione.

Resta l’amaro in bocca per Italiano e i suoi, così come la consapevolezza di una squadra in crescita che anche oggi ha dimostrato di avere le qualità per poter ‘dire la sua’. Passo dopo passo l’identità felsinea sembra delinearsi, così come il nuovo stile di gioco che però, sotto alcuni punti di vista, ha ancora bisogno di qualche aggiustamento. In vista di Anfield il Bologna potrà quindi contare su nuove forze e maggiori punti fermi, tra cui la maturità di Urbanski, la freddezza di Castro e, come sempre, la voce dei propri tifosi.