Un flusso continuo e silenzioso di persone ha riempito ieri la Casa del commiato di via Suardi. Amici, parenti, semplici conoscenti, tutti uniti da un dolore composto e incredulo, hanno reso omaggio a Riccardo Claris, il giovane consulente finanziario di 26 anni ucciso sabato notte a Bergamo. La sua vita spezzata da un coltello impugnato da Jacopo De Simone, 18enne ora in carcere accusato di omicidio volontario aggravato.
«NON DOVEVA MORIRE COSÌ» – Accanto alla bara di legno chiaro, coperta da rose bianche e una fascia nerazzurra simbolo della sua fede calcistica, sono rimaste immobili per ore la madre Alessandra e la sorella Barbara. Sul feretro, una fotografia di Riccardo nel giorno della laurea, un giovane dal sorriso orgoglioso e dagli occhi pieni di futuro. Un futuro che non potrà più vivere. «È assurdo morire in questo modo, senza alcun senso – racconta ai microfoni de L'Eco di Bergamo, Luca Salvioni, zio della vittima e fratello della mamma – non è stata una rissa, non c'era un reale motivo per estrarre quel coltello. Ora la verità emergerà completamente, perché quello che ha detto quel ragazzo non è stato creduto neppure dal giudice».
ABBRACCI E SILENZIO – Dentro e fuori la Casa del commiato, ragazzi con gli occhi arrossati, in cerchio, cercano di confortarsi a vicenda senza parole. Tanti non riescono nemmeno a parlare, sopraffatti da un dolore che sembra impossibile da accettare. «Ricky vivrà per sempre nei nostri cuori» è la frase scelta dalla famiglia, stampata sul retro delle foto del ragazzo distribuite a chiunque sia passato a rendergli omaggio. Riccardo era amato, stimato, aveva conquistato traguardi importanti: una laurea in Economia, un master in Finanza conseguito in Lussemburgo e da gennaio scorso un prestigioso incarico come consulente finanziario a Milano.
IL DOLORE DELLE ISTITUZIONI – Nel tardo pomeriggio hanno fatto visita alla famiglia anche la sindaca di Bergamo, Elena Carnevali, e l’assessore ai Servizi educativi Marzia Marchesi. «Conosco bene Alessandra, la madre di Riccardo, perché siamo vicine di casa – spiega Marchesi –, era doveroso portarle la vicinanza della comunità in un momento tanto doloroso». Più intimo e intenso l'incontro tra la sindaca e la mamma del ragazzo: «Abbiamo parlato a lungo come due madri, condividendo una preghiera insieme a don Pasquale Pezzoli. È urgente riflettere su come educare i nostri giovani affinché certe tragedie non accadano mai più».
UN QUARTIERE SCONVOLTO – A Borgo Santa Caterina, quartiere dove entrambe le famiglie coinvolte vivono e sono ben conosciute, il dolore è doppio. Due nuclei familiari distrutti, quello di Riccardo, stimato e brillante ragazzo, e quello di Jacopo, figlio di due ex cancellieri del Tribunale di Bergamo, famiglia già segnata da una tragedia precedente, con il fratello Carmine arrestato lo scorso marzo per un altro omicidio a Valbrembo.
ULTIMO SALUTO – Questa mattina, alle 10, nella chiesa parrocchiale di Borgo Santa Caterina, sarà celebrato il funerale di Riccardo. Si prevede una partecipazione commossa e numerosissima, testimonianza tangibile dell’affetto che lega una città intera a un ragazzo che avrebbe avuto ancora tanto da offrire. «Sarò presente e rimarrò accanto alla famiglia anche dopo, assicurando il mio sostegno in ogni modo possibile», ha concluso la sindaca Carnevali.
Resta il dolore immenso e senza risposte per un ragazzo che meritava un futuro diverso, e che oggi lascia un vuoto enorme nella vita di chi l’ha amato. Un monito che ci costringe a riflettere profondamente: perché tragedie come questa non si ripetano mai più.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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