Via dei Ghirardelli, a Bergamo, resterà nella memoria come la strada in cui si è consumata la tragedia di Riccardo Claris, il ventiseienne ucciso da Jacopo De Simone. Quella via, però, ha una singolare caratteristica: sfugge completamente agli occhi elettronici della videosorveglianza comunale. Eppure, nelle immediate vicinanze, le telecamere non mancano di certo. Tra il quartiere di Borgo Santa Caterina e l’area intorno al Gewiss Stadium ce ne sono ben 38, distribuite in 15 punti strategici.

LA MAPPA DEGLI OCCHI ELETTRONICI – L’intera zona dello stadio è sempre stata delicata dal punto di vista della sicurezza e dell’ordine pubblico - esamina e spiega stamane L'Eco di Bergamo -. Non sorprende, dunque, la presenza di un fitto sistema di sorveglianza. Telecamere fisse e mobili, chiamate "dome", sono posizionate ovunque, soprattutto lungo le principali arterie di collegamento allo stadio. In particolare, via Fossoli risulta tra le più monitorate con cinque dispositivi, quattro fissi e uno mobile. Non da meno viale Giulio Cesare e via del Lazzaretto, con quattro apparecchi fissi, così come l’incrocio tra via Milazzo e via Vezza d’Oglio. In totale, una rete impressionante che dovrebbe garantire una copertura capillare della zona.

IL GRANDE PARADOSSO – Nonostante il massiccio sistema di sorveglienza, la tragedia è avvenuta proprio in uno dei pochi punti scoperti, in via dei Ghirardelli, una strada dalla conformazione particolare che sfugge completamente al monitoraggio visivo. Un paradosso che sembra incredibile, soprattutto considerando come spesso proprio quelle telecamere abbiano permesso alle forze dell’ordine di ricostruire con precisione incidenti e disordini legati alla tifoseria atalantina. Questa volta, però, il delitto è rimasto invisibile.

CACCIA ALLE IMMAGINI PRIVATE – La mancanza di riprese dirette dell'omicidio ha costretto gli investigatori a concentrarsi sui filmati delle telecamere circostanti. Si cercano tracce indirette, frammenti utili a ricostruire il percorso e i movimenti dei due gruppi coinvolti nella vicenda. Le 38 telecamere già presenti diventano così fondamentali, anche se il punto esatto dell’aggressione rimane un buco nero investigativo. Si punta quindi anche a possibili telecamere private, per colmare quella lacuna cruciale.

L’IRONIA DELLA SICUREZZA – È impossibile non notare l’amara ironia di questa vicenda: proprio nel quartiere che, per ragioni di ordine pubblico, è tra i più sorvegliati della città, è avvenuto un crimine efferato e invisibile. Un caso che mette in luce la vulnerabilità di un sistema, e rilancia il tema della sicurezza, sempre più affidata agli occhi elettronici, efficaci sì, ma evidentemente non onnipresenti.

Sezione: Rassegna Stampa / Data: Ven 09 maggio 2025 alle 08:00
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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