Il giorno più triste nella storia recente del Brescia è ormai realtà. Un epilogo amaro, doloroso e persino grottesco per una società che per oltre un secolo ha scritto pagine importanti del calcio italiano. Vedere scomparire dal panorama del professionismo un club con 114 anni di storia è qualcosa di devastante, un duro colpo non soltanto per Brescia, ma per tutto il nostro calcio.

UNA FINE INEVITABILE – È solo questione di ore prima che la Federcalcio comunichi ufficialmente l’esclusione delle Rondinelle dal calcio professionistico. Una sentenza già scritta, attesa con disperazione e frustrazione dai tifosi, rimasti ormai senza voce. Un verdetto che apre una ferita profonda, difficilmente rimarginabile.

CAOS STADIO – Nei giorni scorsi si è consumato il primo atto di questa drammatica vicenda: Massimo Cellino non ha versato integralmente la cifra di 218mila euro dovuti per mantenere la concessione dello Stadio Rigamonti. Il termine fissato era il 28 giugno, ma la cifra non è mai stata interamente saldata. Al momento di riconsegnare le chiavi all’amministrazione comunale non si è presentato nessuno, costringendo il Comune di Brescia a procedere con l’umiliante operazione del cambio della serratura. Un finale quasi surreale.

LICENZIAMENTI TRAMITE PEC – Non è andata meglio sul fronte dei dipendenti. Cellino, nelle ultime ore, ha comunicato tramite posta certificata la risoluzione del contratto ai 13 dipendenti rimasti ancora legati al club. Un gesto freddo, distante e drammatico, che fotografa tristemente il tracollo di una società ormai al collasso e senza futuro.

FERITA PROFONDA – Il Brescia non è soltanto una società calcistica che scompare, ma una parte importante della storia e della passione di una città intera. La rabbia e il dolore dei tifosi sono una ferita profonda, che difficilmente troverà cura nel breve periodo. È una perdita irreparabile per il patrimonio calcistico italiano, una macchia che deve far riflettere tutti sul sistema-calcio e sulla sua sostenibilità.

Il Brescia oggi ci lascia, ma la speranza è che da questo tragico epilogo possa nascere una riflessione più ampia e costruttiva, per evitare che altre storiche realtà del nostro calcio possano vivere lo stesso triste destino. L'addio delle Rondinelle al calcio professionistico non deve restare soltanto un dramma isolato, ma deve diventare il punto di partenza per ripensare l'intero sistema del calcio italiano.

Sezione: Altre news / Data: Gio 03 luglio 2025 alle 10:30
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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