Tre minuti di resistenza, poi il muro dell’Atalanta è crollato. Al Parco dei Principi il PSG ha messo subito le cose in chiaro con Marquinhos e non si è più fermato: 4-0 il verdetto finale, con i nerazzurri mai realmente in partita. Il divario tecnico era già noto alla vigilia, ma la differenza è apparsa ancora più netta in campo. Per la squadra di Juric l’unica consolazione è un regolamento che, nella nuova formula di Champions, concede tempo per recuperare.

UNICO EROE: CARNESECCHI – Se il passivo non ha assunto contorni imbarazzanti, il merito è quasi esclusivamente di Marco Carnesecchi. Il portiere ha salvato il risultato più volte nel primo tempo con almeno tre parate da applausi, compreso il rigore neutralizzato a Barcola. Impossibile, però, fermare Kvaratskhelia, Mendes e Ramos, che hanno completato la festa parigina.

IL PSG FA LO SPETTACOLO – La squadra di Luis Enrique ha mostrato la stessa brillantezza che l’aveva portata a dominare l’ultima Champions - descrive La Gazzetta dello Sport -. Scambi rapidi, movimenti continui, interscambi di posizione a centrocampo e attacchi da ogni lato del campo: Hakimi e Mendes devastanti sulle corsie, Ruiz e Vitinha sempre pronti a gestire e rifinire. Kvaratskhelia ha firmato il raddoppio con un’azione personale irresistibile, mentre Mendes e Ramos hanno chiuso il tabellino dopo l’intervallo.

I LIMITI DELLA DEA – Juric ha scelto il 3-4-1-2 con Bernasconi all’esordio europeo e Maldini proposto in attacco. La marcatura uomo su uomo ha portato più rischi che benefici: quando i duelli sono stati persi, il PSG ha trovato praterie per colpire. Kossounou ha avuto sul piede l’unica occasione per il pari, sprecata malamente, mentre in avanti De Ketelaere e Maldini non hanno inciso. L’allenatore croato, privo di Ederson, Scamacca, Lookman e Kolasinac, ha provato a cambiare inserendo Krstovic e Samardzic, ma il copione non è mutato.

Il 4-0 è una sentenza dura ma prevedibile. La vera Champions dell’Atalanta inizierà dalla prossima sfida, quando l’avversario sarà più alla portata e il contesto meno proibitivo. Intanto, resta la lezione: per competere a certi livelli servono più compattezza, più qualità e soprattutto meno errori individuali.

Sezione: Primo Piano / Data: Gio 18 settembre 2025 alle 07:00
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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