Ci sono partite che, anche a distanza di anni, portano con sé un’eco speciale. Per Francesco Totti, Roma–Inter è una di quelle. Una rivalità vissuta sul campo in venticinque anni di carriera, con 48 incroci ufficiali e decine di sfide entrate nella storia. Oggi, mentre la sua Roma guarda tutti dall’alto, il simbolo giallorosso rilegge il presente con la lucidità del veterano e l’emozione di chi conosce il peso di certe notti. «Di partite come questa ne ho giocate tante – racconta Totti ai microfoni de La Gazzetta dello Sport – e so bene cosa significa affrontare l’Inter, soprattutto in un momento così, con la Roma prima in classifica. È una gara dove non servono giacca e cravatta, ma l’elmetto. All’Olimpico ci sarà da combattere».
UNA PARTITA PER LOTTATORI – La Roma di Gasperini contro l’Inter di Chivu promette spettacolo, ma Totti guarda più al carattere che alla tecnica. «L’Inter è la squadra più elegante del campionato, ma questa non è una sfida per l’eleganza. Servirà tanta determinazione». L’ex numero 10 indica anche chi, secondo lui, potrà fare la differenza: «I nomi più attesi sono Lautaro e Dybala, ma in partite così contano soprattutto i centrocampisti. Nella Roma uno come Cristante è una garanzia assoluta. È intelligente, concreto, spesso sottovalutato, ma fa sempre la differenza. De Rossi lo disse tempo fa: averne di giocatori come lui».
SCUDETTO? TROPPO PRESTO – L’attuale primo posto della Roma riaccende l’entusiasmo di un popolo intero, ma Totti mantiene i piedi ben piantati a terra. «È bello sognare, ma bisogna restare lucidi. Siamo ancora all’inizio, il cammino è lungo. Se la squadra resterà tra le prime anche in primavera, allora potremo parlarne davvero. Per ora l’obiettivo più realistico è la Champions League, ed è alla portata». Un discorso di equilibrio, che non smorza però l’orgoglio per ciò che la Roma sta costruendo. «Penso che neppure Gasperini si aspettasse di trovarsi in vetta. Ora il difficile sarà restarci. Quella di sabato è una partita che dirà molto sul valore reale di entrambe le squadre».
RICORDI E RIVALITÀ – Quando parla dell’Inter, negli occhi di Totti scorrono ricordi. Dalle battaglie per lo Scudetto a quegli anni di tensioni e trofei contesi, fino a uno dei momenti più iconici della sua carriera. «Il gol segnato a San Siro, con quel pallonetto su Handanovic, resta probabilmente il più bello della mia vita. Anche se, insieme a quello contro la Sampdoria, rappresentano due momenti diversi, due abiti differenti: uno lo feci con le scarpe da ginnastica, l’altro con i mocassini». E poi c’è il “cucchiaio”, il gesto tecnico che più di ogni altro è diventato un simbolo. «Per quel tipo di giocata – sorride – sì, servono giacca e cravatta. Anzi, forse anche lo smoking».
Sabato, all’Olimpico, Roma–Inter sarà di nuovo molto più di una partita. Sarà una sfida di storia, orgoglio e identità. Quella stessa identità che Totti incarna ancora, in ogni parola e in ogni ricordo.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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