Una bella serata all'interno del Dragao, una da incubo fuori dallo stadio portoghese. Sono le due facce dell'Inter: quella che vince (meglio, pareggia) e vola ai quarti di finale di Champions League. E quella dei suoi tifosi, molti dei quali la partita contro il Porto non hanno potuto vederla se non con connessioni balbettanti all'esterno dello stadio, rischiando anche la propria incolumità.
Cos'è successo. È questa l'altra notte, più nera che azzurra. Torniamo indietro: diversi tifosi italiani avevano acquistato il biglietto per accedere allo stadio non attraverso i canali dell'Inter - quindi non nel settore ospiti, sold out - ma passando per quelli del Porto. Risultato: anche viste le considerazioni della polizia locale, che ha giudicato ad "alto rischio" la partita, i Dragoes avevano comunicato che sarebbero rimasti fuori. Nelle ore precedenti la partita, anche grazie alla mediazione del club nerazzurro, sembrava che la questione fosse rientrata e che quasi tutti (esclusi i 150 che avevano pensato di acquistare il biglietto nella curva portoghese) potessero entrare al Dragao.
Mille tifosi interisti esclusi. È andata in maniera estremamente diversa: sono stati circa mille gli italiani tenuti fuori dall'impianto di Porto. Bambini compresi, in condizione di sicurezza precarie: la tragedia, alla fine, non è neanche stata sfiorata, ma la rampa nella quale in tanti sono stati costretti ad ammassarsi ha fatto presagire il peggio. Persone che, bene precisarlo, avevano legittimamente acquistato un biglietto.
Furia Inter. "Faremo un esposto alla UEFA", ha detto l'ad Marotta, spesosi in prima persona in giornata, sulla questione. Il club nerazzurro, inoltre, sta pensando a una strada per far sì che i propri tifosi siano in qualche modo risarciti. Non è facile, posto che la responsabilità non è dell'Inter ma tutta del Porto: su questo passaggio torneremo. Per il resto, ristorare i tifosi è molto arduo, al di là del fatto che certe emozioni non hanno una moneta di scambio. E pure del peso economico di una serata in cui a essere buttati all'aria non sono stati solo i soldi spesi per i biglietti, ma anche i costi sostenuti per viaggi, alberghi e pasti all'esterno. Tornando ai biglietti, non sono nominali e questo rende ulteriormente complicato il quadro, pur con tutta la buona volontà.
E la UEFA? Raccoglierà l'esposto nerazzurro e vedrà il da farsi. Difficilmente sorvolerà sull'accaduto: impedire ai tifosi ospiti di occupare spazi diversi dall'apposito settore, a livello europeo, è la prassi. A sbagliare, però, non è stato chi ha comprato il biglietto ma chi l'ha venduto: il Porto avrebbe dovuto prevedere dei sistemi per prevenire quanto accaduto e così non è stato. Con tutte le sfumature del caso, i fatti ricordano molto quelli di Real-Liverpool: la settimana scorsa, la UEFA ha reso noto che saranno risarciti i tifosi coinvolti. In quel caso, però, si parlava di una finale e la vendita era responsabilità diretta di Nyon: in questo, a pagare potrebbe teoricamente essere chiamato il Porto. Teoricamente.
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