Il calcio, a volte, si diverte a disegnare geografie dell'anima prima ancora che calendari sportivi. L'avventura di Raffaele Palladino sulla panchina dell'Atalanta sembra un viaggio a ritroso nelle stazioni fondamentali della sua vita: prima Napoli, la culla delle origini; poi Firenze, il ricordo più fresco; ora Genova, il porto sicuro dove è diventato grande. Dopo l'antipasto di Coppa Italia, il tecnico nerazzurro torna al Ferraris per una sfida di campionato che ha il sapore di un esame di maturità, ma anche di un dolce amarcord in uno stadio che è stato casa sua per 82 volte.
DUE VITE IN ROSSOBLÙ – In una carriera vissuta spesso con la valigia in mano, Genova rappresenta il capitolo più intenso, diviso in due atti. Il primo, quello della giovinezza e dell'esplosione, dal 2008 al 2011, con Gian Piero Gasperini in panchina; il secondo, quello della maturità e del ritorno, nel 2017, agli ordini di Ivan Juric. Curioso il destino: oggi Palladino siede sulla panchina che è stata del primo per nove anni e ha sostituito proprio il secondo dopo una breve parentesi. Un filo rosso che lega indissolubilmente Bergamo alla lanterna, in un continuo passaggio di testimone tra maestri e allievi.
AL SERVIZIO DEL PRINCIPE – I numeri raccontano solo una parte della verità - analizza e presenta il match di domani L'Eco di Bergamo facendo un tuffo nel passato dei ricordi - . Sette gol in rossoblù possono sembrare pochi per un attaccante di talento, ma la storia di quel Genoa spiega tutto. Palladino fu reinventato da Gasperini come "tornante di corsa", un esterno in un tridente ibrido chiamato a sgobbare per coprire le spalle e servire i palloni giusti a Diego Milito. Se il Principe arrivò a 24 reti e poi al Triplete con l'Inter, fu anche grazie ai polmoni e alla tecnica di Raffaele, capace di unire sacrificio e giocate d'alta scuola. I tifosi del Grifone non dimenticano quel gol di tacco alla Fiorentina o l'assist nel derby vinto contro la Sampdoria.
LA CANTERA DEGLI ALLENATORI – Quella squadra non era solo forte in campo, era un'università del calcio. Il "Gasperinismo" ha scavato un solco profondo, trasformando i giocatori di allora nei tecnici di oggi. Palladino e Juric erano compagni di squadra, così come Thiago Motta e Salvatore Bocchetti, oggi alla guida dell'Atalanta Under 23. E poi Modesto, Paro, Biava: una decina di figure tecniche transitate da Zingonia si sono formate a quella scuola. Domenica, però, non ci sarà spazio per i sentimentalismi: la Dea cerca punti pesanti per l'Europa.
INTRECCI DI MERCATO E DI CUORE – La gara di Marassi sarà speciale anche per altri protagonisti. In campo ci sarà Ahanor, gioiellino classe 2008 acquistato dall'Atalanta proprio dal vivaio genoano e già a segno nel match di Coppa. Dall'altra parte, il grande ex Ruslan Malinovskyi e profili come Vasquez e Frendrup, spesso accostati ai nerazzurri. Ma gli occhi saranno tutti su Palladino: l'uomo che a Genova è diventato adulto e che ora vuole conquistarla da avversario, chiudendo un cerchio perfetto.
Domenica il Ferraris applaudirà un vecchio amico, ma al fischio d'inizio conterà solo il presente. L'Atalanta vuole il bis dopo la Coppa, Palladino vuole dimostrare che l'allievo è pronto a superare i maestri proprio lì dove tutto è iniziato.
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Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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