L'aria di Marassi, l'ultima recita del 2025 davanti al proprio pubblico e la voglia di cancellare il ko contro l'Inter. Daniele De Rossi prepara il suo Genoa a una sfida che sa di esame di maturità contro un'Atalanta rigenerata. Dal centro sportivo "Gianluca Signorini", il tecnico rossoblù non si fida dei precedenti recenti e, pur con qualche acciacco in rosa, chiama a raccolta l'orgoglio del Grifone per chiudere l'anno col botto. Nelle sue parole c'è grande rispetto per la Dea e una stima profonda per il lavoro svolto dal collega Raffaele Palladino.
MEMORIA CORTA VIETATA – Il primo pensiero corre inevitabilmente al precedente di Coppa Italia, ma De Rossi stoppa subito ogni parallelismo pericoloso. Quella vittoria nerazzurra fu figlia di episodi specifici, non di un copione già scritto. «Palladino ci conosce, è troppo sveglio per pensare di fare una gara identica a quella di Coppa», avverte l'allenatore romano. «Quella partita fu influenzata dalla mia formazione e soprattutto dall'espulsione. Domenica sarà tutta un'altra storia. Se commettiamo gli stessi errori perderemo di nuovo, questo è sicuro. Mi aspetto un'Atalanta diversa, anche negli uomini».
L'ARTE DI SUBENTRARE – Tra De Rossi e Palladino c'è un filo conduttore: entrambi hanno preso il treno in corsa. E l'ex capitan Futuro riconosce al tecnico nerazzurro il merito di aver toccato le corde giuste. «È un allenatore in rampa di lancio. Ho sentito le sue interviste: ha lavorato molto sulla testa, che è la prima cosa da curare quando subentri». De Rossi usa una metafora sartoriale per spiegare la difficoltà del compito: «A inizio anno scegli i giocatori e imponi il credo, quando arrivi dopo devi essere bravo ad aggiustare un vestito già pronto. E lui lo sta facendo bene, l'Atalanta è in netta ripresa».
IL DUBBIO DELL'EX E L'INFERMERIA – Tatticamente, il Genoa studia le contromosse. Uno dei temi caldi riguarda la posizione del grande ex, Ruslan Malinovskyi: play basso o incursore? «È un ruolo che gli è congeniale, lo rivedrete lì», ammette De Rossi, che però frena. «Abbassandolo troppo rischiamo di perderlo negli ultimi metri, dove fa male. Abbiamo alternative come Masini, Frendrup o Stanciu». Sul fronte infortuni, il bollettino è in chiaroscuro: recuperato Ostigard, Vitinha stringe i denti nonostante una contusione, mentre alzano bandiera bianca Cornet e Gronbaek per il riacutizzarsi di vecchi problemi.
ORGOGLIO DOPO L'INTER – Infine, lo spirito. La sconfitta con i campioni d'Italia dell'Inter non ha lasciato scorie, anzi. «La squadra ha reagito bene, allenandosi con la stessa intensità. Abbiamo analizzato i nostri limiti, ma l'inerzia finale ci ha fatto capire che possiamo stare a quel livello». Ora c'è l'Atalanta, definita «squadra codificabile ma fortissima». L'obiettivo è chiaro: regalare una gioia ai tifosi prima del 2026.
De Rossi sa che per battere questa Atalanta servirà il miglior Genoa della stagione. La trappola tattica è pronta, ma a Marassi sanno che la Dea non farà sconti.
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