Genoa e Atalanta tornano a incrociarsi a poche settimane di distanza dal precedente di Coppa Italia del 3 dicembre, chiuso con il netto 4-0 nerazzurro alla New Balance Arena. Questa volta, però, il contesto è diverso e in palio ci sono punti pesanti per entrambe le squadre: l’Atalanta cerca continuità per scalare posizioni in classifica, mentre il Genoa ha bisogno di risultati per avvicinarsi a una salvezza più tranquilla, anche alla luce di un calendario impegnativo. Alla vigilia della sfida del Ferraris, abbiamo fatto il punto sul momento rossoblù con Valerio Arrichiello, giornalista de Il Secolo XIX che segue da vicino il Grifone.
Dopo la sconfitta contro l’Inter, ma a fronte di una buona prestazione della squadra, che aria si respira nell’ambiente Genoa?
«Contro l’Inter è arrivata la prima sconfitta in campionato per De Rossi - analizza ai microfoni di TuttoAtalanta.com -, ma si respira comunque un’aria tendenzialmente positiva per la reazione mostrata dalla squadra nel secondo tempo e per come ha lottato fino alla fine della partita. Allo stesso tempo c’è la consapevolezza di non potersi accontentare della prestazione. Il Grifone ha bisogno di fare punti e di riuscirci anche contro avversari più forti, come sarà la stessa Atalanta».
Il Genoa aveva già incontrato l’Atalanta in Coppa Italia, uscendo sconfitto 4-0: cosa non aveva funzionato?
«De Rossi è arrivato a campionato inoltrato, senza quindi avere la possibilità di fare esperimenti in amichevoli. Anche se la Coppa Italia era un obiettivo importante, l’allenatore rossoblù ha utilizzato quella partita per dare spazio a chi aveva giocato meno. Ne è uscita una formazione sperimentale, forse anche troppo offensiva, con Norton-Cuffy provato nei tre di difesa, Fini, che è un’ala, impiegato come esterno a tutta fascia, e due trequartisti come Carboni e Stanciu alle spalle di Ekhator. L’espulsione di Fini ha poi condizionato fortemente la gara: in quel momento, secondo me, il Genoa ha perso ogni possibilità di rientrare nel match contro un’Atalanta che si era dimostrata più forte fin dai primi minuti. Inoltre, giocatori come Carboni e Stanciu non hanno dato le risposte che ci si aspettava e da questo insieme di fattori è maturato quel netto 4-0».
Cosa si è portata a casa da quella partita la squadra rossoblù?
«Soprattutto la consapevolezza di non sottovalutare l’Atalanta, anche senza Gasperini. È vero che i risultati ottenuti finora non sono stati all’altezza di quelli del passato, ma con Palladino la squadra è in netta ripresa. Quando sono in giornata, i nerazzurri giocano ancora a livello delle big della Serie A. L’Atalanta è una squadra contro cui si rischia di fare brutta figura. Il Genoa l’affronterà con molta attenzione, considerandola una big a tutti gli effetti e dando tutto dal primo all’ultimo minuto».
L’Atalanta si troverà di fronte un Genoa diverso?
«Sì, sarà un Genoa molto diverso. Stavolta De Rossi schiererà la formazione migliore: sarà una squadra più equilibrata, con i giocatori nei loro ruoli naturali. Ci sarà soprattutto una grande voglia di regalare una gioia ai tifosi, perché si tratta dell’ultima partita dell’anno al Ferraris. Marassi è sempre pieno e anche quest’anno si è registrato il record di abbonati, ma in casa i risultati non sono sempre stati all’altezza. In campionato è arrivata una sola vittoria, due partite fa contro il Verona. Lo stadio sarà uno stimolo in più rispetto alla partita di Bergamo per cercare punti e, magari, la vittoria».
Con l’arrivo di De Rossi c’è stato un percorso di crescita evidente. Cosa manca per trovare continuità di prestazioni?
«Secondo me con De Rossi la continuità c’è già stata. Prima della sconfitta contro l’Inter, aveva ottenuto quattro risultati utili consecutivi, due pareggi e due vittorie. Ancor prima c’era stata la vittoria contro il Sassuolo, con Criscito e Murgita in panchina ad interim, che aveva sbloccato la squadra. L’unico vero passaggio a vuoto è stata la sconfitta con l’Atalanta, ma si trattava di un Genoa molto diverso. Anche contro l’Inter, pur perdendo contro un avversario molto più forte, la squadra è rimasta sempre in partita. Ora ci aspetta un calendario difficile: Atalanta, Roma, Pisa e Milan. Il Genoa dovrà mantenere continuità nelle prestazioni e muovere la classifica, magari facendo anche dei progressi sul piano del gioco».
A cosa deve stare soprattutto attenta l’Atalanta?
«Le principali armi del Genoa sono i calci piazzati di Martin e i colpi di testa di Ostigard, se sarà della partita. Norton-Cuffy, riportato nel suo ruolo sulla fascia destra, è un giocatore che può creare difficoltà dal punto di vista fisico. Poi c’è Malinovskyi, che a Bergamo conoscete bene: è uno che può fare la differenza. Infine la coppia Colombo–Vitinha: entrambi avevano avuto un avvio di stagione molto difficile, ma insieme si stanno aiutando molto, mostrando una bella intesa e diventando un pericolo per gli avversari».
E dell’Atalanta cosa ti preoccupa maggiormente?
«Preoccupa il fatto che sia una squadra in ripresa, che sta ritrovando fiducia nei propri mezzi. In rosa ci sono tanti giocatori di qualità, ma se devo indicarne uno su tutti, dico Scamacca. È un giocatore che a Genova conosciamo bene e che sta ritrovando la sua forma migliore: è molto forte, difficile da contenere, è in crescita e può fare male anche con il tiro da fuori. Per me è il pericolo numero uno, anche se nell’Atalanta ci sono tanti giocatori di talento».
L’assenza di Lookman quanto pesa?
«Pesa, perché è un giocatore con caratteristiche uniche nel combinare velocità, tecnica e pericolosità offensiva, però l’Atalanta ha in rosa tanti giocatori di valore tra la trequarti e l'attacco, altrettanto in grado di fare bene ed essere altrettanto pericolosi».
Che partita ti aspetti?
«Mi aspetto una partita giocata a ritmi molto alti, con grande aggressività da parte di entrambe le squadre. Già a Bergamo, De Rossi aveva chiesto ai suoi di accettare gli uno contro uno contro l'Atalanta. Il Genoa cercherà di ribattere colpo su colpo. Sarà la qualità offensiva a fare la differenza. Sulla carta l'Atalanta ne ha di più. Il Genoa dovrà stare molto attento in fase difensiva per poi sfruttare al meglio le proprie armi per far male».
Dove vedi Atalanta e Genoa a fine campionato?
«Non è facile dirlo ora perché inciderà anche il mercato di gennaio. Credo che l'Atalanta chiuderà tra le prime dieci. Ha ancora la possibilità di provare a risalire la classifica per avvicinare la zona Europa, ma deve accelerare il passo. Per quel che riguarda il Genoa, dipende tanto dal mercato di riparazione di gennaio. Se la società si muoverà con tutte le mosse giuste, si potrà puntare anche a una salvezza tranquilla, com’è successo la scorsa stagione. Altrimenti credo che il Genoa si salverà comunque, ma soffrendo fino alla fine».
Vista la classifica, per chi conta di più questa partita?
«Forse conta un po’ di più per il Genoa perché poi l’attende un calendario veramente complicato e dal punto di vista del morale sarebbe molto importante reagire subito alla sconfitta con l'Inter cercando di fare punti con l'Atalanta per muovere la classifica e tenere sempre a distanza la zona retrocessione».
Per Valerio Arrichiello, la sfida al Ferraris rappresenta un test importante. I nerazzurri arrivano con l’obiettivo di dare continuità al percorso di crescita intrapreso nelle ultime settimane e di accelerare la risalita in classifica, dimostrando di poter reggere anche in un ambiente caldo come quello genovese. Di fronte ci sarà un Genoa motivato e aggressivo, ma sarà la qualità dell’Atalanta, soprattutto negli ultimi metri, a poter fare la differenza in una partita che si annuncia intensa e combattuta fino all’ultimo minuto.
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