Schermo buio. Si spegne l’uomo che per oltre sessant’anni ha incarnato la televisione italiana. Pippo Baudo è morto a 89 anni: la notizia, confermata dall’avvocato e amico di sempre Giorgio Assumma, chiude un’epoca fatta di spettacolo, talenti scoperti, innovazioni e qualche rottura fragorosa. Nato a Militello il 7 giugno 1936, con il destino tracciato da un padre che lo immaginava avvocato, scelse invece la strada del palcoscenico, inseguendo un sogno che lo avrebbe reso simbolo nazionale.

L’UOMO DEI PRIMI PASSI – La sua prima apparizione - ripercorre Il Corriere della Sera - pubblica risale al 1959, come pianista a La Conchiglia d’Oro di Enzo Tortora. Laureato in Giurisprudenza, abbandonò presto la toga per inseguire Roma e lo spettacolo. Provini da pianista, cantante e imitatore andarono male: solo quello da presentatore convinse i dirigenti Rai. Era destino.

L’EXPLOIT DI “SETTEVOCI” – La svolta il 6 febbraio 1966: un telefilm mancato, un palinsesto da riempire e Settevoci, il suo programma bocciato in prova, mandato in onda per necessità. Il pubblico lo consacrò. Da lì iniziò il regno: Canzonissima, Fantastico, Domenica In. Poi il Festival di Sanremo, che condusse per 13 edizioni, diventando sinonimo stesso della kermesse.

TRA GLORIA E CRISI – Amatissimo e contestato, Baudo non ebbe solo successi. Nel 1987 il presidente Rai Enrico Manca lo accusò di «nazionalpopolare», provocando il suo passaggio a Mediaset. Un’esperienza breve e dolorosa che gli costò persino un palazzo all’Aventino, finito poi sede del Tg5. Ma il ritorno in Rai fu trionfale: Novecento, i grandi Sanremo, la rinascita di Domenica In.

IL RECORD DI UN’EPOCA – Scopritore di talenti (da Grillo a Cuccarini, da Parisi a Solenghi), protagonista di puntate memorabili come quando fermò l’uomo che voleva buttarsi dalla galleria dell’Ariston nel 1992, Pippo Baudo ha attraversato stagioni di gloria e momenti amari, senza mai smettere di reinventarsi.

UN LASCITO IMMORTALE – «Se il vecchio Anchise riesce a scendere dalle spalle di Enea e riesce a camminare, lasciatelo camminare», amava ripetere citando Virgilio. A 80 anni era ancora in tv, erede di se stesso, senza pensione possibile. Oggi Enea se l’è ripreso, ma la sua eredità resta indelebile.

Sezione: Altre news / Data: Dom 17 agosto 2025 alle 00:00
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
vedi letture
Print