Come e perché il Napoli nell'anno col Tricolore si sia ritrovato alle prese con un altro cambio di allenatore a meno di quarantotto ore dalla sfida più importante della stagione sarebbe tema affascinante per una sceneggiatura da trasformare in film. Aurelio De Laurentiis un paio di settimane fa ha annunciato l'imminente uscita di un lungometraggio sul terzo Scudetto. Una bella storia, ma dove sono i colpi di scena? Quando arrivano i problemi? Dove sono le cadute?
Probabilmente un film su questa stagione porterebbe al cinema più persone e chissà che De Laurentiis, da scafato produttore cinematografico qual è, non ci abbia già pensato.
Quest'anno di cadute ce ne sono state eccome. Anzi, è da capire quando e come il Napoli si rialzerà. Se si rialzerà. Se Francesco Calzona sarà la prima scelta azzeccata della stagione. Un anno dopo aver indovinato tutte le scelte, De Laurentiis ha sbagliato tutto ciò che poteva sbagliare. Dottor Jekyll e mister Hyde. Ha sbagliato per sua stessa ammissione a liberare Spalletti, ma ha sbagliato soprattutto a scegliere Rudi Garcia come successore. Ha sbagliato a non vendere Osimhen quando le offerte sfioravano i 150 milioni di euro e più in generale a non cambiare una squadra svuotata emotivamente dal Tricolore. E poi ha sbagliato di nuovo a novembre scegliendo Walter Mazzarri come traghettatore. La scelta peggiore che potesse fare.
Quando De Laurentiis manda via Rudi Garcia il Napoli è quarto in classifica e De Laurentiis è convinto che qualsiasi altro allenatore non avrebbe potuto fare peggio. Che il quarto posto sarebbe arrivato anche senza allenatore. Lo manda via perché il francese - scelta sciagurata - aveva in pochi mesi scardinato qualsiasi certezza difensiva. Però quel Napoli alla pausa di novembre poteva ancora contare sul migliore attacco del campionato. Questo, invece, è all'ottavo posto per numero di gol realizzati. Il Napoli di Mazzarri ha subito anche più gol di quello di Rudi Garcia, ha viaggiato con una media da corsa salvezza (15 punti in 12 partite), non ha avuto alcuna certezza tattica a cui appigliarsi.
Il Napoli visto nelle ultime settimane è una squadra semplicemente allo sbando. Ed è il motivo per cui Aurelio De Laurentiis, per la prima volta nel corso della sua gestione, ha deciso di cambiare tre allenatori nella stessa stagione. Di cambiarlo quando incombe la sfida più importante della stagione.
Quello col Barcellona sarà un doppio confronto di capitale importanza. Non tanto perché il Napoli, a differenza di dodici mesi fa, culli il sogno di arrivare in fondo alla competizione. Ma perché dallo scorso dicembre De Laurentiis sa che da questa doppia sfida dipende la qualificazione al nuovo Mondiale per Club che verrà inaugurato negli Stati Uniti nell'estate 2025.
La situazione è questa: lo scorso dicembre la FIFA ha deciso che sarà il ranking UEFA a decidere la classifica delle qualificate europee al Mondiale per club 2025 e l'Italia numeri alla mano riuscirà a occupare i due posti a disposizione. Uno sarà dell'Inter, un altro in questo momento è ad appannaggio della Juventus che calcolando i risultati in Champions degli ultimi cinque anni ha collezionato 47 punti. Terzo il Napoli con 41. Dietro, molto dietro la Lazio che si garantirebbe il posto solo con la vittoria finale.
Al Napoli invece potrebbero bastare i quarti di finale. Ogni vittoria da qui in avanti varrà infatti due punti, ogni pareggio un punto, ogni passaggio del turno un punto bonus. Cosa vuol dire tutto ciò? Vuol dire che se il Napoli approderà ai quarti avrà buone possibilità di eguagliare la Juve. E a pari punti, sarebbe avanti il Napoli.
Partecipare al Mondiale per Club sarebbe per il Napoli un traguardo di capitale importanza. Per il prestigio della competizione, certo, ma soprattutto perché è questo un torneo con un fatturato da due miliardi di euro. Solo partecipando, ogni club incasserà 50 milioni di euro. Oltre a bonus, sponsor e maxi-montepremi. E poi altri incassi da questa Champions, almeno un altro ricco sold-out come quello di domani.
Battere il Barcellona, insomma, può valere 80-90 milioni di euro, quasi quanto i soldi che verranno incassati in estate dalla cessione di Victor Osimhen. Ed ecco spiegata, di conseguenza, l'urgenza di De Laurentiis di scuotere la squadra con un altro cambio di allenatore a poche ore dal fischio d'inizio della gara più importante dell'anno.
Autore: Red. TuttoAtalanta.com
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