L’estate ha portato con sé la telenovela Lookman, con l’attaccante nigeriano al centro di una vicenda complicata. Alla fine, però, l’Atalanta ha deciso di non venderlo. Una scelta che non nasce dal caso, ma da una serie di ragionamenti economici e tecnici molto chiari.

LA QUESTIONE ECONOMICA – Lookman percepisce uno stipendio contenuto rispetto al suo valore sul campo: circa 1,8 milioni netti, che grazie al Decreto Crescita pesano poco più di 2,5 milioni lordi. Per sostituirlo, la Dea avrebbe dovuto investire 35-40 milioni sul cartellino di un giocatore di pari livello e garantire un ingaggio almeno doppio (circa 6 milioni lordi). Una manovra che, nei fatti, avrebbe ridimensionato le ambizioni e la sostenibilità economica del club.

IL MERCATO HA DETTATO LE REGOLE – Dopo l’addio di Retegui e l’impennata dei prezzi sul mercato, a Zingonia hanno capito che senza una cifra altissima incassata dalla sua eventuale cessione non ci sarebbe stato modo di trovare un sostituto all’altezza. Meglio, quindi, trattenere il proprio miglior attaccante e continuare a costruire attorno a lui.

LE NECESSITÀ DEL GIOCATORE – Se per il club la decisione è stata razionale, dal lato umano e sportivo restano le esigenze del calciatore. Lookman vuole sentirsi al centro di un progetto, valorizzato e riconosciuto anche sul piano contrattuale. È vero che nessuno è costretto a firmare, ma le situazioni cambiano: senza adeguamenti o nuovi stimoli, il rischio è che si ripresentino frizioni.

L’IPOTESI RINNOVO PONTE – In questo contesto potrebbe nascere l’idea di un “rinnovo ponte”: non indispensabile, ma utile a quietare il giocatore e, allo stesso tempo, a proteggere l’investimento della società. Un compromesso che darebbe serenità a entrambe le parti, evitando nuove turbolenze in vista delle sessioni di mercato di gennaio e giugno.

Sezione: Calciomercato / Data: Ven 19 settembre 2025 alle 09:39
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
vedi letture
Print