Ci andavamo piano con i giudizi e ci andiamo ancora molto cauti perché la brutta figura (giornalistica) con la Juventus è sempre dietro l'angolo. Ha talmente tanti fuoriclasse che da domani può svegliarsi e iniziare a macinare vittorie su vittorie sia in campionato sia in Champions League. Il gioco al massacro del web è, ormai, noto a tutti. Prendono tre righe da un editoriale, tra sei mesi, e ti presentano il conto dimenticando che oggi tutti bocciano Sarri e disintegrano Paratici. Il calcio è così. Non c'è equilibrio ma soprattutto alla Juventus non si può aspettare. Ed è giusto. Allegri così vince anche senza giocare e, se prima tutti volevano la sua testa perché non c'era lo spettacolo, oggi lo rimpiangono. Strano mondo il calcio. Detto questo, bisogna giudicare di settimana in settimana e non possiamo tirare una linea solo a fine stagione. Sarebbe semplice. Abbiamo detto che questo scudetto lo avrebbe potuto buttare solo la Juventus ed è così. Il problema è che lo sta facendo davvero. Sarri ha bisogno di tempo ok, ma qui tempo non c'è. La Juve almeno in Italia deve confermare quello che ha fatto con Allegri senza se e senza ma. Partite sporche che prima si portavano a casa, oggi con Sarri le perdi. Lo spettacolo non c'è e non ci sono neanche i risultati. Forse, in estate, c'è stato poco dialogo tra Sarri e Paratici ma se la società prende un allenatore e poi gli affida calciatori con caratteristiche diverse rischia di fare un testacoda. Non è il caso dei bianconeri che restano in carreggiata ma questa squadra ha un problema. Ed è chiaro a tutti. Il mercato di Paratici, da single, non sta portando i frutti sperati. Senza Marotta, questa sarebbe dovuta essere la stagione della consacrazione per Fabio che a quanto pare non ha trovato in Nedved quello che Marotta aveva trovato in lui. E quando una coppia scoppia, chi più chi meno, ci perdono sempre entrambi. Marotta all'Inter, ad esempio, non trova in Ausilio quello che aveva nel primo Paratici. Qualche responsabilità ce l'ha anche Andrea Agnelli che non ha gestito benissimo il post Marotta e forse neanche il passaggio da Allegri a Sarri. Questa Juventus è anonima. Un piatto di pasta senza sale, un branzino con troppe spine. Se contiamo i punti lasciati per strada da questa squadra viene da fare serie riflessioni. La fortuna, e la bravura, è che almeno in Europa si è andati in scioltezza.
La Spal cede alla tentazione di cambiare mister e, alla fine, saluta l'uomo del miracolo della scalata dalla serie C alla serie A, con tanto di salvezza al seguito. Paga il Mister. E' giusto così. Perché il Presidente non può licenziarsi da solo, cambiare il Direttore oggi non servirebbe a molto e non si può neanche cambiare tutta la squadra. Una soluzione, però, c'era: andare avanti con Semplici fino alla fine. Se bisogna retrocedere, almeno, come si è andati in A tutti insieme si sarebbe tornati giù tutti insieme. Arrendersi? Mai. Ma se qualcuno a Ferrara crede che le cose possano cambiare con Di Biagio, forse, siamo fuori strada. Sbilanciarsi così è pericoloso ma mi auguro, per tutta la piazza di Ferrara, che a fine maggio mi sbatteranno in faccia questo editoriale con tanto di risata. Semplici era l'unico che avrebbe potuto concretizzare quel 10% di possibilità di restare in serie A. Bonifazi abbraccia il Mister, molti calciatori sono in A per opera dello spirito santo Semplici e se la squadra non accetta questo cambio, allora, la caduta rischia di diventare rovinosa. Esonerare Semplici è una mossa della disperazione ma una società come la Spal non deve mai essere disperata. Di Biagio? Non conosce la squadra, non conosce le dinamiche di un club e anche in Nazionale, con una Under 21 stratosferica, avrebbe dovuto mettere il pilota automatico ed è riuscito ad andare fuori pista su una strada tutta dritta come la A4.
Chi, invece, merita di restare in serie A è il Lecce. Coerenza e sacrificio. Momenti brutti vissuti in un campionato che, si sapeva, avrebbe riservato mille insidie e nessuno si aspettava di essere salvo a dicembre. Invece il Presidente sta facendo il vero Presidente, il Direttore ha portato a casa il meglio dal mercato in base alle disponibilità del club e il capolavoro lo deve fare Liverani. Un punto con la Juve, un punto con l'Inter, tre punti a Napoli, sette gol nelle ultime due giornate con una squadra che sicuramente ha una rosa limitata e piena di carenze. Liverani, a Lecce, sta facendo un capolavoro e questa piazza merita di restare in serie A. Con sudore e sacrificio. I leccesi sono abituati a cadere e a rialzarsi. Ma sono bravi anche a sopportare. Arrendersi... Mai. Per una tifoseria che non riusciva ad uscire dalla serie C e, invece, in due colpi ha recuperato tutto il tempo perso.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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