Fortunatamente tutta la confusione creatasi per i fatti del “Berghem Fest” sta scemando e piano piano si sta tornando a parlare di Atalanta per quanto di positivo sta facendo la società bergamasca nei primi mesi gestione “Percassi”.
Un primo successo è dettato dal raggiungimento di un grande obiettivo ovvero aver sempre lo stadio “Atleti Azzurri d’Italia” gremito tutte le volte in cui la Dea giocherà in casa.
Indipendentemente dal fatto che numericamente gli abbonamenti sottoscritti siano stati 16,000 circa, e non si sia battuto il record assoluto di 17,000 per i rallentamenti nella campagna mediatica dovuti all’incidente di percorso di Alzano, credo che comunque si possa parlare di un trionfo.
Ed infatti non bisogna fossilizzarsi sul dato empirico che, in questa analisi, potrebbe esser fuorviante poiché il numero di tessere sottoscritte rappresenta, dal mio punto di vista, un successo maggiore rispetto a quello ottenuto nel 1984, anno in cui si stabilì il famoso primato.
Innanzitutto i tempi sono cambiati ed il valore del denaro è profondamente mutato poiché 26 anni fa la moneta corrente era la lira ed oggi è l’euro che, come tutti sappiamo, rende il potere d’acquisto differente rispetto a prima.
Questo è un dato da tenere in considerazione poiché oggi il paese vive un momento di difficoltà generalizzata e, specialmente il settore calcio, soffre la difficile congiuntura economica e la gente sempre meno si toglie lo sfizio di andare a vedere la partita.
Da questo punto di vista Bergamo rappresenta un dato in controtendenza poiché uno studio realizzato sulla quantità di spettatori che hanno sottoscritto abbonamenti e tessere del tifoso ci dice che i bergamaschi sono, a livello nazionale, il sesto pubblico tra massima serie e categoria cadetta.
E questo non perché a Bergamo i soldi abbiano un maggior valore ma perché l’Atalanta ha operato bene da un punto di vista della comunicazione e del marketing stimolando nei cittadini il senso di appartenenza verso i colori nerazzurri.
Inoltre il successo è oltremodo sottolineato dal fatto che la compagnie orobica sia stata reduce da una imbarazzante retrocessione ottenuta dopo una serie di campionati disputati ad alto livello nella Serie A italiana.
Ciò sta solo a significare che chi ha lavorato al nuovo “progetto Atalanta” ha indovinato la chiave di lettura per riuscire a far breccia nell’intimo dei tifosi delusi e ricostruire una credibilità del calcio orobico che, dopo il fallimento sportivo della scorsa stagione, era notevolmente scemata.
Vero è che il Presidente Percassi è un grande comunicatore ma è altrettanto vero che può contare su uno staff di grandissimi professionisti ciascuno dei quali altamente specializzato nella propria materia di competenza.
Ritengo da questo punto di vista sia stato un importante “colpo di mercato” l’aver vestito di neroblù la ex giornalista di TV Bergamo Elisa Persico che è donna preparata ed è un volto molto noto a tutti i tifosi della Bergamo sportiva ( nelle prossime puntate parlerò di Gabriele Zamagna).
Questa scelta ha avuto effetti benefici sotto diversi punti di vista.
Innanzi tutto quello professionale poiché oggi Elisa è responsabile della comunicazione e la comunicazione oggi all’interno della società è vincente, poi da quello dell’immagine poichè la giornalista rappresenta in modo molto elegante la società in un settore oggi di vitale importanza.
Infine non dimentichiamo che la Dea è donna ( il marchio rappresenta l’effige di un volto femminile) e, quindi, sotto questo punto di vista non poteva esser fatta scelta migliore se non quella di una donna bergamasca nota a tutti.
Ciò per evidenziare come, all’interno del sodalizio sportivo, siano state individuate persone preparate per applicare un modello di natura aziendale in cui ciascun responsabile delle aree di competenza propria è in grado di affrontare e risolvere i problemi per puntare diritti all’obiettivo unico che, come tutti sanno, è la serie A.
Fondamentale in questa operazione è stato stimolare il senso di appartenenza dei bergamaschi al “Mondo Atalanta” nel qual ciascuno può trovare la collocazione non solo come tifoso ma come cittadino di Bergamo per il quale la squadra di calcio diviene motivo di orgoglio.
In questo senso si spiega la volontà di dare via quanto prima alla costruzione dello stadio dell’Atalanta dove la Dea potrà trovare la propria casa ed allestire il fulcro di un mondo sportivo che dovrà espandersi in tutta la provincia per rendere il territorio la prima fonte di ricchezza umana della società nerazzurra.
Bergamo intesa come roccaforte dell’esser “bergamasco ed atalantino” ove difficilmente in futuro le società più titolate potranno venire a conquistare tifosi che la nuova gestione ha deciso di fidelizzare sin dalla nascita.
Nella prospettiva della nuova dirigenza l’Atalanta dovrà costituire un ideale di sport e cultura ove rendere inscindibile un legame tra la società stessa ed il territorio rappresentato da molte realtà sportive.
Tutti, infatti, avranno notato come spesso i rappresentati della neo- nata dirigenza siano presenti ad eventi importanti, non solo per la città, ma anche per le società non professionistiche che rappresentano i paesi della provincia che, potenzialmente, dovranno esser il serbatoio con cui rifornire la prima squadra.
Nel futuro potremo aver una Atalanta, da un lato stile Liverpool, ove lo stadio potrà rappresentare il luogo ove respirare il fascino della storia nerazzurra dei cui colori si sono vestiti molti campioni che hanno indossato la maglia della Nazionale e, dall’altro, una Dea modello Atletico Bilbao ove gli atleti orobici potranno rappresentare l’esempio e l’orgoglio di un intero popolo ovvero quello Bergamasco. 

Sezione: Editoriale / Data: Lun 13 settembre 2010 alle 06:00
Autore: Cesare Di Cintio
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