Nel giro di 24 ore l’Atalanta ha cambiato volto. Ieri l’esonero di Ivan Juric, oggi l’annuncio ufficiale di Raffaele Palladino, chiamato a restituire energia e gioco a una squadra che sembra aver perso il filo del proprio racconto. Con 13 punti in 11 giornate e un desolante 13° posto in classifica, la Dea è lontanissima da quella macchina perfetta e affamata che aveva incantato l’Europa negli anni di Gasperini. Ora serve una scossa, e Palladino dovrà fornirla in fretta.

UN’ATALANTA SPENTA E SENZA GOL - Tra le prime urgenze del nuovo allenatore, c’è un dato che grida vendetta: la sterilità offensiva.
Le punte atalantine, sommate, hanno realizzato appena 3 dei 16 gol messi a segno finora tra campionato e Champions League. Un bottino irrisorio per una squadra che fino a poco tempo fa costruiva la propria identità sull’attacco più esplosivo del torneo.

Anche i numeri raccontano la crisi:

Gianluca Scamacca ha segnato solo nella 1ª giornata di Serie A e da allora è rimasto intrappolato tra infortuni e forma altalenante. Nikola Krstovic, il suo “rivale” per il posto da titolare, ha firmato una doppietta contro il Torino, l’ultima vittoria della Dea in campionato. Poi, il silenzio. Nessun altro centravanti ha inciso, nessun riferimento offensivo è riuscito a dare peso e continuità al gioco.

IL METODO PALLADINO: RILANCIARE I BOMBER - Proprio per questo, l’arrivo di Palladino può rappresentare un nuovo inizio per i due attaccanti.
Il tecnico napoletano, infatti, ha già dimostrato di saper rivitalizzare gli attaccanti in crisi. A Firenze, nella scorsa stagione, trasformò Moise Kean in un centravanti prolifico: da zero gol a 25 in una sola annata, con un percorso di crescita psicologica e tattica costruito passo dopo passo. Un modello che oggi può adattarsi perfettamente a Bergamo, dove Palladino dovrà combinare tecnica, fiducia e disciplina per riaccendere la fame sotto porta. Il suo calcio, basato su movimenti fluidi e centralità delle punte nel sistema di costruzione, potrebbe offrire a Scamacca e Krstovic gli spazi e i tempi che finora sono mancati.

UN COMPITO COMPLESSO, MA NON IMPOSSIBILE - La missione del nuovo allenatore è chiara: riportare la Dea nei quartieri alti e restituirle l’identità perduta. Lo farà in un contesto complesso, con metà squadra via per le Nazionali e una base da ricostruire su più fronti — mentale, tattico e atletico. Ma Palladino ha dalla sua una caratteristica che a Bergamo piace: la capacità di trasmettere entusiasmo e metodo.

I tifosi, scottati da mesi di disillusione, aspettano un segnale. La speranza è che la nuova Atalanta riparta da ciò che l’ha sempre distinta: gioco, intensità e gol. E se Scamacca e Krstovic riusciranno a ritrovare la via della rete, sarà il primo segnale che il vento, a Zingonia, è davvero cambiato.

Sezione: I numeri / Data: Mar 11 novembre 2025 alle 22:45
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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