Posto che parlare di esonero alla quarta giornata non è aderente ad una realtà solida quale il Milan certamente è, nè tantomeno appartenente ad un modello calcistico quale i rossoneri si propongono di tornare ad essere, lo sfacelo nel derby riapre il tempo dei processi soprattutto per Stefano Pioli. Gli sforzi estivi della società e le parole di Cardinale in relazione al doppio confronto con il Chelsea della passata stagione, non hanno trovato corrispondenza con il primo vero esame stagionale per il nuovo Milan. Prova complicata, in cui fallire sarebbe stato lecito, ma non nella maniera con cui i rossoneri sono stati spazzati via sabato sera. Oltre alle tante considerazioni sull’aspetto mentale e di presunta arroganza del tecnico nelle spiegazioni del post (aspetto caratteriale che si fatica a far coincidere con una persona come Pioli) la sensazione è che la maschera post novantesimo sia stata indossata con l’obiettivo di celare il fastidio nel commentare un confronto diretto con l’antagonista che ancora una volta non ha dato ragione all’allenatore del Milan. Partita persa senza che Inzaghi abbia dovuto peraltro scervellarsi per generare dinamiche tattiche alternative a quelle che già gli avevano permesso di trionfare nei confronti precedenti.

Accettare il palleggio del Milan quasi spingendo i rossoneri al coinvolgimento di Calabria come fonte di gioco è stato lo scacco matto che, assieme alla scelta rossonera di sfidare uomo contro uomo la controparte, ha svuotato di ostacoli la fuga nerazzurra verso l’incolpevole Maignan. Un’amara consuetudine per il Milan, particolarmente golosa per gli interpreti avversari che se ne sono cibati avidamente annichilendo la squadra di Pioli in ogni circostanza in cui ne abbiano avuto l’opportunità. La sensazione di gestione dei momenti di difficoltà che pure ci sono stati anche per l’Inter nell’arco dei novanta minuti è forse il campanello d’allarme da tenere maggiormente in considerazione. Quando il livello si alza, specchiarsi non è sufficiente, ed adattarsi non è sintomo di debolezza. Esattamente come spiegare le proprie ragioni a bocce ferme senza mascherarsi involontariamente dietro un’arroganza che ripetiamo, non appartiene certamente al Pioli che si è meritato l’opportunità rossonera. 

Sezione: Le Altre di A / Data: Lun 18 settembre 2023 alle 13:00 / Fonte: Sportitalia.com
Autore: Red. TuttoAtalanta.com
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