Ci sono istanti nella storia di un club che sembrano fatti apposta per far sbocciare i giovani. Per l’Atalanta questo momento porta il nome di Honest Ahanor. Classe 2008, 17 anni appena, il difensore nigeriano naturalizzato italiano è arrivato in estate dal Genoa per una cifra importante – 17 milioni € + 3 di bonus e 5% sulla rivendita – segno evidente di quanto la società creda nel suo potenziale. Il destino ha voluto che proprio ora, con Kolasinac fuori ancora un mese e Scalvini (lesione muscolo-fasciale di primo grado all’adduttore lungo di destra), la Dea si ritrovi a corto di uomini dietro: una finestra che può trasformarsi nell’occasione giusta per il debutto vero di Ahanor.

IL DEBUTTO DI PARIGI – Ivan Juric lo ha già fatto assaggiare alla Champions League, facendolo entrare nel finale della notte di Parigi contro il PSG, proprio sostituendo Scalvini dopo nemmeno 10' dal suo ingresso in campo. Una manciata di minuti che, al netto del risultato pesante, hanno raccontato molto: fisicità importante, assenza di paura in un contesto che avrebbe paralizzato diversi della sua età. Già nel precampionato aveva convinto per forza atletica e naturalezza nel giocare il pallone, impressionando addetti ai lavori, staff e compagni.

UN INVESTIMENTO MIRATO – L’Atalanta non ha mai speso così tanto per un classe 2008. Una mossa che racconta due cose: la capacità di scouting che ha permesso di anticipare colossi come Chelsea e Milan, e la volontà di puntare su un profilo destinato a diventare “crack”. Ahanor è moderno: può fare il braccetto, oltre che all'esterno di sinistra. Ha passo, tecnica e – dettaglio non banale – carattere.

IL CORAGGIO DI CREDERCI – In Italia spesso i giovani faticano a trovare spazio, a differenza di quanto accade in Premier o in Liga, dove a 17 anni un talento può già essere titolare. La storia recente insegna però che la Dea ha fatto scuola proprio nella valorizzazione dei ragazzi: Gasperini con i vari Bastoni, Kessie, Gagliardini, Diallo aveva tracciato una strada. Ora Juric, per proseguire quella filosofia, deve avere lo stesso coraggio.

UNA RISORSA DA COLTIVARE – L’Atalanta gioca ogni tre giorni, tra Serie A e Champions. Non basta affidarsi sempre ai “titolarissimi”: servono energie fresche, entusiasmo, gambe leggere. E Ahanor può diventare quella risorsa inattesa, quel colpo in più. A patto che venga accompagnato, protetto, ma soprattutto fatto giocare in maniera intelligente. 

Ahanor non è soltanto il futuro: è il presente. L’Atalanta lo ha scelto per accelerare il suo percorso di crescita e lui ha risposto con maturità sorprendente fin dal primo giorno approdato a Zingonia. 

Sezione: Primo Piano / Data: Ven 19 settembre 2025 alle 16:00
Autore: Lorenzo Casalino
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