Alla vigilia di un derby che a Roma non è mai una partita come le altre, Gian Piero Gasperini si prepara a vivere per la prima volta la stracittadina da allenatore giallorosso. Ai microfoni di DAZN ha raccontato emozioni, attese e speranze per una sfida che va oltre i 90 minuti.

Che derby si aspetta domenica?
«È una partita importante, particolare. Giustamente si dice che il derby sia una gara a sé, perché porta dietro conseguenze che si avvertono per settimane. In città c’è una rivalità enorme e ciò che mi auguro è che sia una partita combattuta in campo, ma più serena fuori. Che resti lo sfottò, ma non si arrivi mai alla violenza: è qualcosa che uccide il calcio».

Sfiderà di nuovo Maurizio Sarri, vostro storico avversario in panchina.
«Sarà bello incontrarlo in un derby che ha un significato speciale. Ci conosciamo da tanti anni, c’è sempre stato grande rispetto reciproco e la consapevolezza di affrontare un avversario difficile. La Lazio è una squadra organizzata, con concetti chiari. Mi auguro che ne esca una partita bella per il pubblico e che onori le idee di entrambi gli allenatori».

Che bilancio fa del primo periodo alla guida della Roma?
«Sono molto contento del lavoro fatto in questi due mesi. Era fondamentale stabilire subito un contatto efficace con il gruppo. Per me è sempre così: i risultati si costruiscono strada facendo. All’inizio è difficile fissare obiettivi concreti, poi con le partite capisci meglio i tuoi progressi e la forza degli avversari. Solo allora puoi farti un’idea chiara».

Com’è stato il suo ambientamento nella Capitale?
«All’inizio è stato solo lavoro. Dopo nove anni ho sentito la necessità di rimettermi in gioco e l’ho fatto con giocatori nuovi, solo alcuni già conosciuti. Riproporre le mie idee e adattarle a un contesto diverso è stato stimolante. Ora, con la normalità del campionato e degli impegni, comincerò a vivere di più anche la città e l’ambiente».

Ritroviamo il “Gasp style” anche in giallorosso?
«La mia carriera è stata segnata da un’identità precisa. L’ho portata a Crotone, a Genova, a Bergamo e ovunque sono stato. Sono i concetti che mi hanno permesso di arrivare fino a qui, e sono quelli che voglio proporre anche alla Roma. Naturalmente il calcio evolve: bisogna aggiornarsi, capire i cambiamenti e adattarsi alle caratteristiche dei propri giocatori e degli avversari».

Sezione: Le Altre di A / Data: Ven 19 settembre 2025 alle 10:45
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
vedi letture
Print