Stop di petto, sombrero, destro secco, palo e gol. Una sequenza da videogioco che ha steso la Roma e ha restituito al campionato un Gianluca Gaetano tirato a lucido. Ma l'euforia per la perla di sabato scorso è già archiviata: il numero 70 del Cagliari ha messo nel mirino l'Atalanta. E le sue parole alla vigilia sanno di avvertimento, sia per i suoi compagni che per gli avversari. Non fidarsi delle apparenze e, soprattutto, prepararsi a una battaglia tattica uomo su uomo.

L'ANALISI – OCCHIO ALLA VERA ATALANTA. Nell'intervista rilasciata alle colonne de La Gazzetta dello Sport, il fantasista ha dimostrato di avere le idee chiarissime su chi si troverà di fronte stasera. Si parla molto di una Dea "bifronte", capace di incantare in Europa e di cadere rovinosamente al Bentegodi, ma Gaetano non abbocca. «La realtà è che è una squadra forte, con giocatori di qualità», ha sentenziato il giocatore. «Non dobbiamo farci distrarre dalla loro partita di Verona, semmai dobbiamo guardare cos’hanno fatto in Champions. E noi, per fare risultato, dovremo fare anche meglio di quanto mostrato contro la Roma». Un attestato di stima che si estende anche alla panchina: «Tra l’altro ci sono delle similitudini tra il gioco che c'era prima e quello di Palladino, a partire dagli uno-contro-uno a tutto campo».

LA RINASCITA DOPO IL BUIO. Il gol ai giallorossi non è stato solo un gesto tecnico, ma un urlo di liberazione. Gaetano arriva da mesi complicati, fatti di sofferenza e riabilitazione. «È stata un’emozione fortissima, una scarica di sentimenti», ha raccontato. «Ho pensato ai mesi in cui sono rimasto fermo per il problema al ginocchio, l’operazione, gli acciacchi. Era da tanto che non stavo così bene e sento di meritarmelo». Ora la parola d'ordine è continuità: «Quella vittoria ci deve insegnare che serve focalizzazione per tutta la stagione».

A SCUOLA DAI MAESTRI. Nonostante la giovane età, il curriculum dei suoi allenatori fa invidia a molti veterani: da Spalletti ad Ancelotti, passando per . Conte, Ranieri e Garcia. Un bagaglio che si porta in campo ogni domenica. «Mi sento fortunato, sono cresciuto anche come uomo con loro. Di Spalletti mi è rimasto impresso il lavoro quotidiano formidabile, mentre Pecchia a Cremona mi ha dato la mentalità vincente». Parole al miele anche per l'attuale tecnico Pisacane, definito «un grande, maniacale sul campo e aperto al dialogo».

IL MEGLIO DEVE ANCORA VENIRE. Cresciuto nel mito del nonno Luciano, che si faceva 100 chilometri al giorno per portarlo agli allenamenti del Napoli, Gaetano sente di non aver ancora espresso tutto il suo potenziale. Trequartista o seconda punta poco importa («conta più la prestazione del ruolo»), quello che conta è il futuro. «Il meglio deve ancora arrivare, pure per me e per il Cagliari». Bergamo è avvisata: il talento di Cimitile non ha intenzione di fermarsi.

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Sezione: Primo Piano / Data: Sab 13 dicembre 2025 alle 07:30
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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