L’Italia vince, convince, ma dovrà ancora soffrire. Il 3-0 rifilato a Israele al Bluenergy Stadium di Udine vale la certezza matematica del secondo posto nel gruppo I e l’accesso ai playoff di marzo, per la terza volta consecutiva. Un percorso che riapre ferite recenti — da Svezia 2017 a Macedonia 2022 — ma che, sotto la gestione Gattuso, lascia intravedere una luce diversa. Quattro vittorie in quattro partite, un gioco più maturo e la sensazione che questa squadra abbia finalmente ritrovato identità e coraggio.
L’ITALIA DI GATTUSO – Il commissario tecnico ha disegnato una Nazionale più equilibrata, riducendo i rischi e aumentando la solidità. Il 3-5-2 proposto a Udine ha dato risposte chiare: Mancini al posto dello squalificato Bastoni, Cambiaso più disciplinato rispetto a Orsolini, Locatelli dentro per rinforzare la mediana. Un’impostazione meno spregiudicata ma più funzionale, che ha permesso agli Azzurri di controllare ritmo e spazi. La coppia Raspadori-Retegui ha garantito movimento e profondità, con il centravanti del Tigre che ha finalmente trovato continuità e leadership.
UN AVVIO DIFFICILE – Israele non si è presentato a Udine come vittima sacrificale. Per oltre mezz’ora la squadra di Ben Shimon ha tenuto testa all’Italia, sfiorando il vantaggio in due occasioni clamorose: prima con Gloukh, che ha sfiorato il palo su assist di Khalaili, poi con Solomon, fermato da un intervento prodigioso di Donnarumma. Gli Azzurri hanno sofferto più del previsto, soprattutto sulle corsie esterne, ma hanno avuto il merito di restare lucidi. E, nel momento più complicato, è emersa la personalità dei singoli.
RETEGUI, L’UOMO NUOVO – Quando la partita sembrava incanalarsi verso l’intervallo senza reti, Mateo Retegui si è preso la scena. Fallo ingenuo di Baltaxa su di lui, rigore netto e trasformazione perfetta: destro sotto l’incrocio e 1-0 Italia. Gol pesante, simbolico, che ha spaccato il match e cancellato l’errore dal dischetto commesso pochi giorni prima contro l’Estonia. Nella ripresa, l’attaccante ha poi firmato una doppietta di rara bellezza, rubando palla a Toriel e disegnando un destro a giro che ha lasciato immobile Glazer. Potenza, freddezza e senso del gol: Gattuso ha trovato il suo terminale offensivo.
DONNARUMMA E MANCINI, GARANZIE – Se davanti brilla Retegui, dietro l’Italia ritrova la solidità dei tempi migliori. Donnarumma, decisivo in almeno due occasioni, è tornato il baluardo che la squadra cercava. Davanti a lui, Mancini e Calafiori hanno retto l’urto fisico e impostato con qualità. Proprio il difensore della Roma, nel recupero, ha chiuso la partita con un colpo di testa su cross di Dimarco, fissando il punteggio sul 3-0. Una rete che vale più di un tabellino: è la fotografia di una Nazionale compatta e determinata.
UN CAMMINO DA CONSOLIDARE – Gattuso, nel dopo-gara, ha parlato con la lucidità di chi sa che il lavoro è appena cominciato. «Stiamo crescendo, ma non abbiamo ancora fatto nulla. Dobbiamo continuare a migliorare e prepararci a marzo con la stessa fame», ha spiegato il ct. L’Italia non dipende più dal talento individuale ma da un sistema riconoscibile, fatto di pressing organizzato, intensità e spirito di gruppo.
VERSO I PLAYOFF – Ora il destino azzurro passa dal sorteggio del 21 novembre a Zurigo. L’Italia, grazie al ranking, sarà testa di serie e giocherà la semifinale in casa, ma la finale — quella decisiva — dipenderà dal sorteggio. Gli avversari possibili non fanno dormire sonni tranquilli: Polonia, Turchia, Scozia, Svezia o Ungheria sono nomi che evocano difficoltà e ricordi non sempre felici. Eppure, rispetto al passato, questa volta l’Italia sembra avere una base più solida, un’identità più chiara e un gruppo finalmente unito.
L’Italia chiude la serata di Udine con la quarta vittoria consecutiva e una certezza: Gattuso ha ridato vita alla Nazionale. Il 3-0 a Israele non basta per il biglietto diretto per il Mondiale, ma restituisce fiducia, compattezza e una direzione chiara. Adesso il sogno passa dai playoff.
Per non riscrivere, per la terza volta, una storia che il calcio italiano non può più permettersi di rivivere.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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