Ivan Juric ha parlato alla vigilia di Atalanta–Como, sesta giornata di Serie A. Il tecnico croato ha fatto il punto sull’emergenza in difesa, sulle condizioni degli infortunati e sul rendimento dei suoi giovani, senza nascondere le difficoltà di un ciclo segnato da tanti stop muscolari. Allo stesso tempo, però, ha ribadito la compattezza e lo spirito del gruppo, sottolineando la centralità del legame con i tifosi e la necessità di chiudere al meglio questo mini ciclo prima della sosta. Ecco quanto evidenziato da TuttoAtalanta.com
Vista l’emergenza difensiva, come pensa di organizzare la squadra se Hien non dovesse recuperare?
«Vedremo oggi come reagirà Isak. Se non sarà disponibile, dovremo trovare altre soluzioni, adattando qualcuno o cambiando modulo. Ci penseremo fino all’ultimo».
In carriera le era mai capitata un’emergenza simile? E pensa che i tanti infortuni siano solo casualità?
«No, così mai. C’è sempre grande attenzione nella preparazione, ma a volte è semplicemente il caso. Altre volte contano il numero e la frequenza delle partite. Gli infortuni di Zalewski e Scalvini mi hanno stravolto i piani: con loro a disposizione, avrei potuto gestire meglio i carichi e il turnover. Invece è andato tutto storto».
Tra le soluzioni c’è anche la difesa a quattro?
«Sì, è una possibilità. Oggi valuteremo e poi decideremo».
Quanto è stato speciale l’abbraccio con la Curva Pisani dopo la vittoria in Champions?
«È stato un momento bellissimo. Sono in debito con i tifosi, mi hanno dimostrato affetto fin dal primo giorno e non era scontato. La gioia che ho visto martedì sera allo stadio è stata una grande emozione».
Che giudizio dà sul Como di Fabregas?
«È una squadra con idee chiare e mezzi per applicarle. Stanno facendo molto bene, sono difficili da affrontare e hanno avuto il tempo di preparare al meglio la partita. Sarà una sfida molto dura, ma noi siamo pronti a rispondere con una grande prestazione».
La sosta arriva al momento giusto?
«Adesso siamo concentrati solo sul Como. I giocatori che hanno trovato meno spazio hanno dato risposte importanti, e questo mi rende soddisfatto. Sarebbe fantastico chiudere bene questo ciclo positivo con una prestazione di livello».
Dopo la sosta potrà recuperare Scamacca e Kolasinac?
«Per Kolasinac ci vorrà ancora tempo, mentre su Scamacca vedremo come procederà. Non credo che Colasinac sarà pronto subito, ma valuteremo giorno per giorno».
Molti allenatori si lamentano anche con due assenze. Lei, invece, pur avendo dieci indisponibili, resta sereno: è un suo modo di vivere le emergenze?
«Sono più umorale che sereno. Le mie reazioni non sono mai scontate: alla stessa situazione posso reagire in modi diversi. In questo momento la vivo così, magari tra sei mesi sarò completamente diverso».
Può essere l’occasione per Obric?
«Sta crescendo bene, ma ha ancora bisogno di tempo. Potrebbe anche entrare a gara in corso, ma non voglio bruciare le tappe: quando un giovane viene lanciato, deve essere pronto a diventare subito importante, non solo una comparsa».
Ederson e Lookman possono essere titolari domani?
«Martedì hanno fatto quello che mi aspettavo. Con le partite e con il tempo cresceranno in condizione. Possono partire dall’inizio come entrare dopo: dipenderà dalle sensazioni della vigilia».
Come colmare l’assenza di De Roon, leader e titolare inamovibile?
«Sappiamo quanto sia importante per la gestione della partita, ma a centrocampo siamo coperti. Ci sono giocatori di qualità che possono garantire equilibrio e continuità».
Che cosa l’ha convinta di Bernasconi e quando ha deciso di puntare su di lui?
«Dal ritiro estivo ho capito che aveva prospettiva: è rapido, gioca bene, ha resistenza e può ripetere alta intensità per 90 minuti. Ovviamente deve crescere, perché dalla Lega Pro alla Serie A il salto è grande, ma nelle due partite disputate mi ha soddisfatto».
La vittoria in rimonta col Bruges ha segnato uno step mentale?
«I ragazzi sono stati bravissimi. Dopo il gol subito non hanno perso la testa, sono rimasti concentrati e hanno fatto un secondo tempo di alto livello. È importante che la squadra sappia sempre mantenere lucidità, perché in attacco abbiamo soluzioni e qualità per ribaltare le partite».
Sul gol di Pasalic da palla inattiva: era uno schema preparato?
«In realtà no, quella specifica combinazione non era stata provata. Ma è il segnale che c’era tanta voglia di segnare: tre o quattro giocatori erano subito pronti ad attaccare l’area. È un aspetto mentale fondamentale».
Domani la panchina sarà corta: può esserci qualche novità tra i convocati?
«Dipenderà dalle condizioni di Hien. Se starà bene, potremo gestire con qualche adattamento. Altrimenti dovremo inventare qualcosa, ma ci sono comunque giocatori pronti a dare il loro contributo».
Un bilancio parziale di questo avvio di stagione? E Sulemana può diventare un uomo-gol?
«Il bilancio vero lo faremo dopo la partita con il Como. In Champions siamo soddisfatti: a Parigi sapevamo che sarebbe stato durissimo e vincere con il Bruges era fondamentale. In campionato valuteremo domani. Per Sulemana posso dire che è in crescita: ha iniziato bene, sta migliorando nello spirito e anche tecnicamente. Può diventare un giocatore importante e arrivare a fare un buon numero di gol».
Juric non nasconde le difficoltà di un’Atalanta falcidiata dagli infortuni, ma la sua conferenza stampa alla vigilia di Atalanta–Como è stata una lezione di realismo e fiducia: valorizzare i giovani, stringere i denti, restare compatti. «Chiudere bene questo ciclo – ha ribadito – sarebbe fondamentale». La Dea non vuole smettere di sorprendere.
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