Moris Carrozzieri, difensore nerazzurro tra il 2006 e il 2008, ha raccontato in esclusiva a TuttoAtalanta.com i momenti più intensi della sua avventura con la maglia dell’Atalanta. Un percorso che, dopo l’infortunio da ragazzino a Zingonia, lo ha riportato a Bergamo da uomo, pronto a consacrarsi definitivamente in Serie A.

Eri un difensore fisico, arcigno: a Bergamo i tifosi hanno sempre amato questo profilo. Era il contesto ideale per esprimerti?
«Piacevo molto ai tifosi perché i ragazzi della Curva sono attaccatissimi alla maglia e io sono sempre stato uno che, quando scendeva in campo, lottava per la maglia, la sudava. Si poteva vincere, pareggiare o perdere, ma l’importante era sapere di aver dato tutto e uscire dal campo a testa alta. Io piacevo perché ero uno di quelli che, per farmi prendere gol, mi dovevano abbattere».

Cosa ha significato l’Atalanta nella tua carriera professionistica?
«È stata la mia consacrazione per poi fare il salto in una grande squadra. E se ci fosse stata una società ambiziosa come quella di oggi, probabilmente sarei rimasto. In quegli anni l’obiettivo era la salvezza e io sono andato a Palermo perché potevo giocare anche in Europa. Arrivò la richiesta, l’Atalanta aveva la possibilità di fare cassa e io andavo in una piazza che, in quel momento, aspirava a obiettivi più importanti. Resta il fatto che, se la Sampdoria è stata il punto di partenza, l’Atalanta è stata la consacrazione e il punto di lancio verso una grande squadra».

Un legame che non si è mai interrotto: ancora oggi Carrozzieri torna spesso a Bergamo, tra amici e tifosi che non hanno dimenticato il suo modo di lottare in campo.

LEGGI QUI - L’intervista integrale di Moris Carrozzieri ai microfoni esclusivi di TuttoAtalanta.com

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© foto di Giacomo Morini
© foto di Instagram.com/mcarrozzieri
Sezione: Interviste / Data: Ven 03 ottobre 2025 alle 12:00 / Fonte: Claudia Esposito
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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