L'ex calciatore Alessandro Gamberini ha sposato i colori nerazzurri da allenatore, vivendo due anni intensi da vice di Francesco Modesto sulla panchina dell’U23. Un periodo che lui stesso definisce «straordinario», capace di arricchirlo sul piano umano e professionale. «La collaborazione con Modesto è iniziata pochi mesi prima del mio arrivo a Bergamo – racconta – e da subito è nata una sintonia speciale. Ho imparato tantissimo da lui, è un allenatore top. Abbiamo raggiunto un livello davvero alto, mi sono divertito da morire. I risultati ci hanno dato ragione: abbiamo centrato i playoff, con un pizzico di rammarico per come è finita, ma tanti ragazzi sono esplosi sul piano individuale. È stata un’esperienza che mi ha lasciato tanto».

VLAHOVIĆ, TALENTO DA COLTIVARE – Tra i giovani che più hanno impressionato Gamberini c’è Vanja Vlahović, centravanti classe 2005 ora protagonista in Serie B. «Sono contento che abbia fatto uno step importante verso un campionato più competitivo – spiega in un’intervista ai microfoni della Gazzetta Regionale –. La B è un contesto che lo aiuterà a completare la sua crescita. Ha potenzialità straordinarie e picchi da giocatore top, ma deve continuare a lavorare per diventare un profilo di livello assoluto. Ha doti innate: vede la porta come i grandi attaccanti e in area ha movimenti da campione».

BERNASCONI E GLI ALTRI, L’ORGOGLIO DEL VIVAIO – La soddisfazione più recente, però, porta il nome di Lorenzo Bernasconi, il classe 2005 promosso in prima squadra e già sceso in campo in Champions League con Juric. «Vederlo esordire in Europa è stato emozionante – confessa Gamberini –. Ma non è l’unico. Penso a Panada, Del Lungo, Cassa, Vavassori: sono tutti ragazzi di prospettiva, da accompagnare in un percorso di crescita fatto di allenamento, miglioramento e pressione positiva. L’obiettivo di un allenatore è questo: aiutarli a diventare calciatori veri, pronti per il salto».

UN MODELLO DI LAVORO – Dalla sua esperienza a Zingonia, Gamberini porta via una certezza: il metodo Atalanta resta un modello. «È una società che non lascia nulla al caso, dove il lavoro quotidiano fa la differenza. C’è un ambiente ideale per crescere, per imparare, per mettersi alla prova. Sono stati due anni intensi, pieni di soddisfazioni e di persone che porterò sempre con me».

Due stagioni, una crescita condivisa e un bagaglio tecnico e umano che resterà. Per Gamberini, l’Atalanta è stata più di una tappa: è stata una lezione di calcio e di vita, nel solco di un vivaio che continua a generare talenti e a raccontare storie di futuro.

Sezione: Rassegna Stampa / Data: Gio 09 ottobre 2025 alle 22:45
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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