Arrigo Sacchi, simbolo di un calcio fatto di idee e disciplina, guarda alla nuova Italia con una miscela di fiducia e prudenza. L’ex commissario tecnico, che ha vissuto sulla propria pelle la panchina azzurra e ne conosce le pressioni, si dice convinto che la Nazionale di Gattuso riuscirà a conquistare il pass per il Mondiale. Ma lancia un monito chiaro: guai a credere che basti il nome “Italia” per vincere.
FIDUCIA NEL NUOVO CORSO – «Non voglio nemmeno immaginare un Mondiale senza di noi», spiega Sacchi. «Dopo due esclusioni consecutive, sarebbe imperdonabile. Ma sono ottimista: Gattuso è serio, competente e ha saputo trasmettere entusiasmo. Credo che l’Italia ce la farà». L’ex ct vede nella gestione del tecnico calabrese un ritorno a principi antichi ma fondamentali: compattezza, sacrificio e spirito collettivo.
IL PESO DEL GRUPPO – Sacchi invita a non sottovalutare il valore del gruppo e a guardare oltre le individualità. «Nel calcio moderno il blasone non serve. Oggi puoi perdere con chiunque, perché le differenze si sono assottigliate. Tutte le squadre sono organizzate e preparate. La Norvegia, con Haaland e Odegaard, lo ha dimostrato: non basta la storia, serve la fame». Parole che suonano ai microfoni de La Gazzetta dello Sport come una lezione rivolta non solo ai giocatori, ma all’intero sistema calcio italiano.
IL RISPETTO PER L’AVVERSARIO – L’ex allenatore di Milan e Italia ammonisce: «Se pensiamo di vincere in Estonia solo perché siamo l’Italia, sbagliamo di grosso. Dobbiamo dimostrare sul campo la nostra superiorità. Voglio vedere corsa, sacrificio e voglia di recuperare ogni pallone. Nessuno ti regala nulla, nemmeno nel calcio».
OTTIMISMO CONCRETO – La fiducia di Sacchi nasce da quanto visto nelle prime uscite della gestione Gattuso. «Ho notato un cambiamento d’atteggiamento. Prima c’era chi rifiutava la convocazione, ora tutti mostrano attaccamento e rispetto per la maglia. Questo spirito è la base per costruire qualcosa di grande».
LA COPPIA D’ATTACCO – L’ex ct spende parole di elogio per i due centravanti del momento: «Kean e Retegui formano una coppia ben assortita. Hanno caratteristiche diverse ma complementari. Devono divertirsi e far divertire, perché abbiamo bisogno dei loro gol per tornare grandi».
La chiusura è un messaggio al Paese calcistico: «L’Italia deve tornare a essere squadra. Se siamo un gruppo vero, possiamo stare tranquilli. Ma serve mentalità: la pagnotta si guadagna con la fatica e con il lavoro. Gattuso lo sa bene, e io confido che saprà toccare le corde giuste».
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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