Il dato dei zero tiri in porta contro l'Inter è la fotografia spietata di un problema che va oltre la singola partita. L'Atalanta, storicamente macchina da gol cooperativa, si è improvvisamente inceppata nei suoi ingranaggi periferici. Se Gianluca Scamacca continua a timbrare il cartellino con una regolarità da top player (5 centri in 10 gare, media invidiabile), attorno a lui si è creato un vuoto pneumatico preoccupante. Per riprendere la corsa verso l'Europa che conta, la "monarchia" del gol non basta più: serve ritrovare urgentemente quella democrazia offensiva che ha sempre contraddistinto i nerazzurri. La diagnosi è chiara: il bomber romano non può cantare e portare la croce da solo.

L'ISOLAMENTO DEL NUMERO 9 – I numeri della gestione Palladino non mentono e raccontano di una dipendenza eccessiva dal centravanti. Nelle ultime cinque uscite di campionato, la Dea ha esultato sette volte: quattro grazie a Scamacca, le altre con difensori (Hien, Kossounou) o con un Ademola Lookman che ora ha fatto le valigie direzione Coppa d'Africa. Il peso dell'intero reparto avanzato grava sulle spalle larghe dell'ex West Ham, che proprio domani, primo giorno dell'anno, festeggerà 27 anni. Un compleanno da celebrare, sperando che il regalo più bello arrivi dai compagni sotto forma di supporto concreto e, soprattutto, di gol alternativi già dalla sfida contro la Roma.

L'AUTUNNO FREDDO DEI TALENTI – Scorrendo il calendario a ritroso, vengono i brividi - analizza La Gazzetta dello Sport -. Settembre, che sembrava un mese d'oro, si è trasformato in una prigione temporale per gli altri attaccanti. Charles De Ketelaere, pur decisivo in Champions, in Serie A ha le polveri bagnate dalla doppietta al Lecce del 14 settembre. Discorso identico per Nikola Krstovic (ultimo acuto il 21 settembre col Torino) e Kamaldeen Sulemana (fermo al 27 dello stesso mese). Un blocco che dura da un trimestre abbondante: un'eternità calcistica che una squadra ambiziosa non può permettersi.

CENTROCAMPO SPUNTATO E IL CASO MALDINI – L'apatia ha contagiato anche la trequarti e gli inserimenti da dietro. Mario Pasalic, complice il doloroso lutto familiare che ne ha frenato l'emotività, non segna in A da fine agosto. Lazar Samardzic ha illuso col Como a ottobre e sfiorato il pari con l'Inter, ma il suo bottino è troppo magro. E poi c'è il caso Daniel Maldini: zero gol all'attivo, un talento che fatica terribilmente a trovare la via della rete e che rischia di diventare un enigma tattico. Senza i gol dei centrocampisti e delle seconde punte, la manovra della Dea diventa prevedibile e facile da arginare per le difese avversarie.

LA SOLUZIONE È DENTRO I CANCELLI – La tentazione di guardare al mercato di gennaio è forte, ma la risposta ai problemi offensivi è già dentro il centro sportivo di Zingonia. La rosa costruita dalla società è profonda e di qualità assoluta (16 marcatori stagionali totali sono lì a dimostrarlo). Palladino non ha bisogno di nuovi innesti, ma di riattivare i circuiti neurali di un attacco che sembra aver dimenticato i codici d'accesso all'area avversaria. Il lavoro quotidiano deve servire a sbloccare mentalmente chi, fino a poco tempo fa, segnava con facilità disarmante.

Sabato alla New Balance Arena arriva la Roma. Sarà il banco di prova definitivo. Scamacca cercherà il gol dell'ex per festeggiare il compleanno, ma per battere i giallorossi servirà che qualcuno, tra i tanti dispersi di settembre, batta finalmente un colpo. L'Atalanta deve tornare a essere un'orchestra, non un assolo.

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Sezione: Rassegna Stampa / Data: Mer 31 dicembre 2025 alle 07:45
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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