Atalanta, primo sorriso con Juric: il Lecce crolla dopo il gol di Scalvini

Dopo la parentesi della Nazionale a Bergamo, con i complimenti di Gattuso per l’ospitalità e uno stadio che si conferma un gioiello, l’Atalanta è tornata a prendersi la scena davanti al suo pubblico. E lo ha fatto con una vittoria che segna l’inizio concreto dell’era Juric: il 4-1 al Lecce rappresenta il primo successo stagionale e porta con sé segnali interessanti sul nuovo corso tattico della squadra.

PRIMO TEMPO BLOCCATO – Le statistiche dicono dominio, ma il campo racconta una storia diversa: fino al 37’, i nerazzurri non avevano mai centrato la porta. Poi la svolta, firmata Scalvini: stacco perfetto sul corner pennellato da Zalewski e partita indirizzata. Il Lecce, costretto ad aprirsi dopo aver tenuto a lungo un 4-5-1 ordinato e difensivo, ha iniziato a concedere spazi che si sarebbero rivelati fatali.

RIPRESA A SENSO UNICO – Una volta sbloccata, la gara è diventata un monologo atalantino. Contropiedi in serie, con sei o sette occasioni nitide e un ritmo che ha travolto i salentini. De Ketelaere ha illuminato il pomeriggio con una doppietta e una prestazione da leader, Zalewski ha messo in mostra tutto il suo repertorio (assist, gol e una traversa), mentre Krstovic, pur senza segnare, ha firmato due assist e si è guadagnato gli applausi del pubblico.

IL NUOVO DNA – Juric sembra aver tracciato la via: un’Atalanta meno aggressiva nella pressione alta rispetto al passato, ma letale quando si tratta di ripartire in verticale. Recupero palla, corsa in profondità e qualità dei singoli: il mix che può riportare la Dea a competere. Il Lecce, crollato dopo l’1-0, ha reso forse troppo facile il compito, ma il messaggio resta chiaro.

Non è ancora tempo di bilanci, ma di conferme - scrive Il Corriere di Bergamo -. L’Atalanta ha mostrato di avere le armi giuste per far male quando trova campo da attaccare. Con De Ketelaere in questa condizione e Krstovic pronto a sacrificarsi, Juric può costruire un’Atalanta diversa, ma non meno efficace. Le prossime sfide, con avversari di ben altro spessore, diranno se la strada imboccata è quella giusta.