L'assemblea generale delle leghe europee, svoltasi tra ieri e oggi a Milano, ha votato il proprio no agli Europei e i Mondiali ogni due anni. “Noi leghe europee ci siamo opposti alle proposte di cambiamento del calendario - dice Jacco Swart - hanno proposto una organizzazione biennale della Coppa del Mondo e dell’Europeo. Tutte le proposte sono state rifiutate, riteniamo che la FIFA abbia proposto un cambiamento di calendario senza prendere in considerazione il calcio delle squadre di club. Con un cambiamento che può avere ripercussioni a livello sportivo, finanziario, a danno delle competizioni domestiche per i club, per i calciatori e per tutti i tifosi. Nessun cambiamento a livello domestico, né per le Nazionali. Mondiali e altri tornei continentali dovrebbero essere disputati con l’attuale frequenza. Siamo a favore di un limitato cambiamento: se alcuni cambiamenti devono avere luogo li prenderemo in considerazione solo con interesse dei nostri membri”.
Sul Financial Fair Play: “La mancanza di sostenibilità finanziaria è una delle minacce. La UEFA sta lavorando a nuove regole per il Financial Fair Play. Noi siamo degli stakeholder, noi supportiamo un regolamento a livello europeo, per incrementare la sostenibilità finanziaria dei club. Supportiamo gli attuali principi, tra cui la limitazione dei conferimenti degli investitori, attuale, ragionevole. Un’ulteriore liberalizzazione non supporterebbe la sostenibilità finanziaria, ma porterebbe a un’altra inflazione dei prezzi".
Sul processo decisionale. "Nell'ordine dei rapporti fra UEFA e leghe Europee, bisogna avere una fase di collaborazione per raggiungere gli accordi, su argomenti che riguardano le leghe e i club. Solo la consultazione non è più sufficiente. Noi riteniamo che solo una consultazione non è sufficiente per dare una governance stabile. Abbiamo riconfermato la nostra posizione sul Financial Fair Play, ma anche quella che può essere la governance del calcio a livello europeo".
Sulla collaborazione con la FIFPro: "Stiamo affianco a organismi rappresentanti dei calciatori. Stiamo lavorando su progetti specifici, ma abbiamo concordato, con tutti gli stakeholder, di arrivare a un approccio personalizzato sulle singole realtà territoriali, per appoggiare le leghe a livello nazionale. Abbiamo anche parlato di come gestire commozioni celebrali o trauma cranici. Non soltanto per Eriksen per quanto successo in Danimarca".
Sui ricavi delle competizioni UEFA. "I tifosi hanno supportato le leghe europee, tutte le organizzazioni sono in linea su questi principi. Abbiamo avuto un'assemblea generale sulle tematiche di natura politica che abbiamo discusso. C'è una parte della nostra associazione che fa capire che i progetti sono convincenti e utili".
Prende la parola Alberto Colombo, segretario generale di European Leagues. "Ci sono tre nuovi membri, la lega islandese, la seconda lega olandese, oltre a quella della Lettonia che diventa membro ordinario. Vuole dire che ci allarghiamo e diventiamo 39".
Interviene Luigi De Siervo. "Siamo onorati di avere ospitato questa riunione. Doveva essere nell'aprile del 2020, ma poi abbiamo visto come la pandemia abbia colpito il mondo e questa regione. Volevamo farlo bene e porci con la schiena dritta nei confronti dei grandi del calcio".
Il Chairman Claus Thomsen: "Ora c'è la necessità di difendere il calcio domestico, la base del calcio dei nostri tifosi. Noi non siamo a favore di un'organizzazione biennale del Mondiale o di altre competizioni europee. Noi rappresentiamo i tifosi, i calciatori, ci rendiamo conto che è qualcosa che rappresenta migliaia di calciatori e migliaia di tifosi, dobbiamo occuparci dei loro interessi. Direi che ci sono altre piccole questioni come il Financial Fair Play che sono state sottolineate, bisogna stare molto attenti ai debiti scaduti. Non si possono accettare che le società abbiano debiti nei confronti di club o di calciatori che non prendono salari. Ci potrebbero essere situazioni di inflazione inaccettabile. Se noi vogliamo proteggere le basi, le fondamenta della casa, questo non è possibile solo con una consultazione. Ci devono essere degli accordi veri e propri. La fase di consultazione è solo formativa, noi dobbiamo partecipare ai processi decisionali".
Si è parlato di Superlega? "Rimane sempre una minaccia, se non ci si occupa delle fondamenta del calcio. Per noi l'organizzazione Mondiale biennale del calcio alimenta solo concetti della Superlega. Dove i grandi club si chiuderanno intorno a loro stessi, la Superlega non è un qualcosa sul tavolo di domani, ma è un trend di cui dobbiamo essere consapevoli. Può effettivamente avvenire sotto altre forme, dobbiamo avere un calcio che si basi su meriti sportivi".
De Siervo: "C'è imbarazzo rispetto alla mancata presa di posizione del nostro governo rispetto al procedimento. Il nostro è l'unico tra i governi coinvolti direttamente che non ha ancora una posizione formale. Ci risulta che il processo dal punto di vista tecnico sia pronto. Il presidente Draghi aveva espresso con un tweet, ma non ha ancora preso una consistenza e una forma congrua. Sapete cosa è successo in Inghilterra, quello che ha fatto la Spagna. Siamo nell'ultimo spiraglio di tempo. Ci auguriamo che il governo ribadisca la posizione dei social".
C'è la possibilità di partite per club in Cina? "Non ne abbiamo parlato. Anche prima della pandemia avevamo informalmente discusso di questo argomento, penso che in effetti abbiamo avuto un seminario su diversi argomenti, alcuni erano legati anche a come le leghe, di tutte le diverse dimensione, potevano pensare a un ulteriore sviluppo. Un argomento è stato la globalizzazione, di avere partite di competizione domestiche oltreconfine. Per noi al momento non è possibile".
Il sistema di governance si basa sulle leghe calcistiche, ma i club non hanno voto. Pensate di cambiare o solo protocolli d'intesa? "Hai ragione, abbiamo un protocollo d'intesa con la UEFA, la nostra Federazione. Abbiamo un ruolo per entrambi i lati, ma valutiamo ci sia un argomento su cui vorremmo effettivamente puntare è quello che riguarda il calendario internazionale delle partite. Questo può essere fatto solo in accordo fra noi, anche per il Financial fair play. Noi veniamo solo consultati. Il nostro obiettivo è quello di apportare dei cambiamenti. Noi siamo l'organizzatori delle competizioni, i datori di lavoro, con dipendenti che sono i calciatori della FIFPro".
Sul Financial Fair Play, plusvalenze gonfiate e super ricchi. "É un compito molto difficile, da un punto di vista tecnico e legale, lo abbiamo visto anche con i britannici. Dovrebbero essere rivedere queste questioni, dovremmo gestire e risolvere in questo tempo. Vogliamo prendere una determinata direzione, una di queste è dare un limite ai conferimenti, dobbiamo trovare un meccanismo per limitarli. Tecnicamente non posso dirtelo, ma dobbiamo pensarci. Dobbiamo avere un sistema di sanzionamento efficace, ma penso che poi sia possibile regolamentare questo aspetto. Io sono in linea di principio sono contro, ma forse ci dovremo arrivare in qualche modo. È come se si comprasse un evento".
De Siervo. "Dobbiamo stare attenti che non ci sia un cambiamento diverso, che no ampli maggiormente. Sapete tutti le polemiche di questi giorni, dobbiamo essere vigili perché non sia uno strumento che spacca il mondo del calcio, con squadre che hanno un atteggiamento più virtuoso".
Qual è la vostra posizione se non ci fosse un cambiamento di date? "Abbiamo una posizione molto chiara che dev'essere approvata. Noi rifiutiamo in toto la proposta della FIFA. Abbiamo avuto una discussione molto interessante, è stata una buona opportunità per tutti i membri per esprimere preoccupazione e timore. È stato un messaggio assolutamente chiaro, abbiamo appreso perché abbiamo visto, noi abbiamo capito molto bene tutto, ma non vuol dire che la proposta della FIFA sia accantonata, ma noi la rifiutiamo fermamente. Noi non abbiamo bisogno di cambiamenti".
Ci sono tante partite. Potrebbero esserci dei cambiamenti? "Parleremo con la UEFA nei prossimi mesi, ma è stato chiaro che noi non siamo contenti di tutte le decisioni, delle tematiche affrontate già dalla UEFA in primavera. Ci sono argomenti specifici, come l'espansione al numero di partite, di distribuzione, di finanze. Nel periodo 2024 dovremo lavorare tutti insieme, con gli stakeholders, per aumentare gli importi conferiti ai club non partecipanti. Con un equilibrio maggiore delle finanze dei vari club".
Cosa potreste accettare nei piccoli cambiamenti del calendario? "Se noi fossimo gli unici a dire che il calendario dovrebbe essere un modo o nell'altro, la cosa importante è raggiungere un compromesso, per qualsiasi cambiamento. Potrebbero essere oggetto di discussione, sulla finestra del rilascio internazionale. Questo non dovrebbe portare una differenza di equilibrio. Il calcio delle Nazionali oppure a livello domestico. Per questo è importante avere una buona collaborazione a livello europeo, per vedere come trovare una posizione comune e condivisa. Per l'equilibrio competitivo, vogliamo ripristinare l'equilibrio competitivo a livello domestico. È sempre molto interessante, noi pensiamo che il principio di base è che bisogna guadagnarselo sul campo. Bisogna guadagnarsi il proprio successo con delle prestazioni sportive, sia a livello internazionale che domestico. Ci possono essere diverse misure, ma tutte insieme queste misure dovrebbero portare a ripristinare e salvaguardare l'equilibrio della competitività".
Avesse discusso del Newcastle per il Financial Fair Play? "Il takeover del Newcastle è una questione domestica, che dev'essere gestita in Inghilterra. È una cosa che riguarda a livello internazionale. Ci sono diversi esempi che mostrano che è urgente arrivare a un regolamento del Financial fair play che sia più rigoroso. È un aspetto molto tecnico, difficile da affrontare e da risolvere, se si considerano le basi di discussione che si stanno intrattenendo questo sia incoraggiante. Vorremmo arrivare a delle misure migliori, a ulteriore armonizzazione fra il set internazionale delle regole e del sistema di licenza a livello interno-finanziario, per evitare confusione fra i due sistemi".
Conclude Claus Thomsen: "Il Financial Fair Play inserito dalla UEFA è stato utile, ma abbiamo visto una degenerazione nei club, un'elevata inflazione. Servirebbe una soluzione tecnica per risolvere queste complessità, indipendentemente dalla cultura finanziaria. Bisognerebbe comunque provare a trovare una soluzione, anche se non è sempre possibile".
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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