Abbiamo un problema che ha un nome (Jannik) e un cognome (Sinner). Perché problema? È molto semplice.
-          Stiamo sbarellando. Il livello delle puttanate dette attorno al “campione di tutti”, al “rosso che salverà il Paese”, al “fenomeno da cui dobbiamo ripartire” e altre boiate sta raggiungendo livelli grotteschi. Ci manca solo che oggi qualcuno gli chieda di vestirsi da gladiatore davanti al Colosseo.
-          Stiamo già rompendo la fava a uno dei rari talenti nostrani, una roba che se fossimo nei suoi panni saremmo atterrati direttamente a Monte Carlo senza passare per l’Italia, terra di Santi, Poeti, Navigatori, ma pure avvoltoi e facce da culo (gente che lo mal sopportava, ora se lo coccola come fosse un gattino su Instagram).
-          Da domenica ore 14 è possibile che nel resto del mondo credano che gli italiani siano fatti tutti come il roscio di San Candido: bravo, educato, modesto, mai sopra le righe. Ovviamente noialtri siamo all’opposto e al posto suo avremmo fatto il giro di campo con le mani sulle orecchie e poooo po poppo po pooooo!
-          Gente che fino all’altro giorno neppure lo conosceva ora gli sta facendo la dichiarazione dei redditi virtuale e “eh ‘sto stronzetto paga le tasse a Monte Carlo, vergogna!”, detto da chi, banalmente, vorrebbe solamente essere al suo posto.
-          “Andrà a Sanremo? Non ci andrà? Oddio, deve decidere!”. Questo è il grande dilemma che attanaglia molti, tra gli altri anche quelli che quattro mesi fa lo avevano bollato come “infedele alla Nazione”. Ci andrà? Lo applaudiremo. Non ci andrà? Lo applaudiremo lo stesso.
-          Varie ed eventuali.
La verità è che non possiamo dare consigli a Sinner da San Candido, perché ha già dimostrato di essere avanti 234234 passi a tutti quanti. Ergo, banalmente, fai quel che ti pare: ti aspettiamo di nuovo in campo e ti vogliamo tanto, tanto, tanto bene. Ci hai fatto godere come lupi al penilunio.

E veniamo a cose molto più bestiali: il calcio.
Il calcio è la parentesi rosa tra un calciomercato e l’altro. Quello invernale sta finendo. Non è successa quasi una fava, per fortuna. Segno che i nostri reggenti hanno messo la testa a posto. Qualche colpetto è andato a segno ma le squadre restano più o meno le stesse della passata estate. Anzi, banalmente a gennaio si lavora già per la prossima stagione. Ed è giusto così.

Ma stiamo semplicemente allungando il brodo prima di arrivare al punto e il punto è Inter-Juve.

Inter e Juve domenica si scornano tra loro. È sempre sbagliato parlare di “sfida decisiva”, soprattutto a inizio febbraio, ma in questo caso ci andiamo molto vicini, inutile far finta di nulla. Si affrontano due squadre con numeri micidiali, 2,57 punti di media la prima, 2,41 la seconda, una con ben 13 partite senza subire gol, l’altra con 12. In anni “normali” una squadra con queste cifre avrebbe già ampiamente staccato la concorrenza (vedi il Napoli dell’anno passato), in questo caso reggono in due, segno che dalla terza in giù nessun tiene il confronto.

Ci sarebbe il Milan, ma i picchi sono troppo spesso interrotti dagli abissi e a badare alle cronache sembra che il “limbo” del terzo posto (praticamente inattaccabile) abbia già scioccamente spostato l’attenzione sulla prossima stagione. C’è chi parla di Antonio Conte come futuro e certissimo tecnico dei rossoneri, per quello che sappiamo noi (come sempre molto poco) al momento francamente neppure Conte sa dove allenerà Conte. Abbiamo solo una certezza: se anche a fine stagione dovesse lasciare, Pioli dovrà essere applaudito, mai scaricato. Ha fatto la storia del Milan, piaccia o non piaccia.

Ma stavamo parlando di Inter-Juve, che fessi. Ci si gioca molto, dicevamo, e speriamo che quanto a “gestione arbitrale” non capiti nulla di clamoroso (ride). Consiglio all’arbitro designato: datti malato.
 
Pillole finali:
 
-          Molti si sono interrogati sul perché di tanti rigori sbagliati nell’ultimo turno. Noi ci siamo dati la nostra spiegazione: è tutto frutto del caso. Stavolta hanno sbagliato, magari settimana prossima li segnano tutti. Pensa te.
- Chiudere tutto lo stadio dell’Udinese per le colpe di pochi è una cazzata retorica e populista. Non si risolve il problema (serissimo) del razzismo causato dai fessi senza speranza, ci si lava solo la coscienza penalizzando anche chi non c’entra nulla. Ditemi voi che senso ha.
-          L’arbitro misterioso delle Iene avrà pure tutte le ragioni del mondo a brontolare, ma 1) Non ha detto nulla di significativo. 2) Chi fa la spia non è figlio di Maria 3) Questo probabilmente alle elementari diceva “Maestraaaaaaa, Marione ha copiatoooo!”. 4) Che tristezza.
-          Tra pochi giorni inizia Sanremo. Se vi piace sapete che arriva la settimana del “bel delirio”, se non lo sopportate portate pazienza, passa in fretta. Forse.

Sezione: Altre news / Data: Mer 31 gennaio 2024 alle 06:58 / Fonte: Fabrizio Biasin per TMW
Autore: Red. TuttoAtalanta.com
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