Se dall'Olimpo facciamo cadere Cristiano Ronaldo e Lionel Messi e dalla lista degli ultimi vincitori del Pallone d'Oro escludiamo i calciatori di Real Madrid e Barcellona, ecco che dobbiamo tornare a diciassette anni fa per trovare un vincitore che non fosse il divin argentino e il sublime portoghese o uno dei giocatori delle due nemesi di Spagna (e Catalogna). Ricardo Kakà con lo smoking bianco a San Siro, sorriso da giovane imberbe che mantiene pure ora a quarantadue anni suonati. Da allora, dall'anno domini duemilaeotto, solo Blancos, Blaugrana, Messi e Ronaldi.
Vincerà Vinicius Junior
Tra pochi giorni l'elezione dell'erede e anche stavolta non dovrebbe esser distante da quelle latitudini. Lo vincere Vinícius José Paixão de Oliveira Júnior, al secolo Vinicius Junior da Sao Goncalo. Che non è la quintessenza della simpatia e dell'estro brasiliano di Ronaldinhana fattura, ma mica dobbiamo veder dorato il barzellettiere della stagione o organizzarci una cena tra amici al circolo sotto casa. Vinicius è la perfetta commistione tra quel che è il calcio di oggi, l'estro di un istinto antico e i violini di un'orchestra che continua a essere praticamente perfetta come quella bianca di Florentino Perez. Non emoziona come Messi e non abbaglia come Ronaldo, non è neppure Mbappé e non ha l'istinto degli Haaland. Se pensi al Madrid non pensi a lui, però il Real è stato tanto Vinicius in quest'ultima stagione, soprattutto Vinicius. Nel bene, nel male, nelle vergognose ingiurie e offese ricevute, nelle scenate vanagloriose, nei gol, nei dribbling, nei trofei. Sul piatto della bilancia, dicono i saggi che votano, di solito vanno: Champions League, e quella è andata. Europeo e poi Copa America, e lì è naufragata. Campionati, meglio se spagnolo e inglese, e lì invece è andato in buca. Non è stato il più vincente, per questo il dubbio resta. Però lo è stato in due dei picchi stagionali, vincendo pure il titolo di migliore dell'ultima corsa alla Coppa dalla grandi orecchie, in una stagione da ventiquattro marcature in trentanove presenze con sei timbri in Europa. Ma il dubbio resta. E' stato il migliore?
Una stagione di transizione
Guardiamoci negli occhi e poi chiudiamoli e poi pensiamo al futuro del pallone. Sarà Vinicius Junior col cuore rubronegro e con la veste calcistica blanca il migliore del futuro? Se pensiamo al calcio del domani, sarà lui il padrone del futebol? Kylian Mbappé, Erling Haaland, Lamine Yamal, Jude Bellingham. Eccoli qua i quattro moschettieri del pallone che verrà, Vinicius sarà uno di loro e non certo il migliore in assoluto, con uno dei tanti brasiliani dell'ultima nidiata a sognare di contender trono e spada. E' stata una stagione, nonostante Europei e Copa America, e Coppe, e Campionati, senza picchi e padroni e protagonisti e Re. Chi analizza il pallone e cerca un vero padrone, tattico, geniale, rivoluzionario, forse indica Rodri del Manchester City, della Spagna e dunque di Pep Guardiola come migliore dell'ultima annata e certamente non va lontano dall'obiettivo. Però l'attore protagonista, Vinicius, spesso si prende l'Oscar prima del regista.
E Lautaro Martinez?
Già, e il Toro? In fondo ha vinto la Copa America da trascinatore e capocannoniere. Ma se dici Argentina, a occhi chiusi, pensi davvero a lui? No, c'è sempre il Benedetto dal Pallone, Lionel da Rosario, a prendersi ancora allori e attenzioni. Ha vinto la Serie A. Non ha certo vinto la Champions League. Basta? No e forse neanche avanza. Magari arriverà sul podio perché trascinare l'Albiceleste sul trono sudamericano è tanto di meraviglia da raccontare ai nipoti. Ma forse era l'anno giusto, perfetto, forse irripetibile, per vincere il Pallone d'Oro. Anche perché poi Mbappé, Bellingham, Haaland e Yamal sono destinati a prendersi la scena, anche quella del funambolo Vinicius. Che non sarà simpatico, ma che ha un talento d'Oro.
Autore: Red. TuttoAtalanta.com
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