L’Atalanta che trionfa in Europa League è il frutto di un progetto portato a un livello superiore. Se un tempo la favola della Dea era quella di una fabbrica di talenti scovati dai manager nerazzurri e sgrezzati da Gasperini, oggi questa narrazione, pur restando veritiera, non è più sufficiente a spiegare il fenomeno. La squadra di Bergamo ha raggiunto questi alti livelli non solo perché ha saputo valorizzare il capitale umano, ma anche perché è stata in grado di mettere in circolo un capitale economico che non è più da squadra provinciale.

UNA CRESCITA STRUTTURALE
L’esempio più recente è quello di Charles De Ketelaere, esploso a Bergamo dopo gli inizi difficili al Milan. Il belga verrà riscattato a fine stagione dall’Atalanta per 22 milioni di euro. Questo investimento è solo l’ultimo di una serie che ha visto la famiglia Percassi evolvere il club da una realtà provinciale a una potenza del calcio europeo. Antonio Percassi rilevò il club dalla famiglia Ruggeri nel 2010 per 12,5 milioni di euro, con successive ricapitalizzazioni per un totale di 25 milioni. Da allora, l’Atalanta ha raggiunto l’autosufficienza, inanellando bilanci in utile ininterrottamente dal 2016.

L'ASCESA DEL PLAYER TRADING
La svolta si è rintracciata nel 2017, anno in cui le entrate dalle vendite si sono attestate tra i 15 e i 25 milioni di euro, con singole acquisizioni che non superavano i 10 milioni. Da quel momento, la società ha iniziato a monetizzare seriamente le cessioni delle giovani promesse. Esempio lampante è l'acquisto di De Roon per 15,1 milioni di euro nello stesso anno. Nel 2019, l’Atalanta ha finalizzato la cessione di Kessie e ha acquistato Muriel per 20,1 milioni: 39,5 milioni di investimenti complessivi. L’anno dopo, quello della ricca plusvalenza di Kulusevski (34,3), i bergamaschi piazzano quattro colpi superiori ai 10 milioni (Miranchuk 15, Pasalic 14, Zapata 12, Maehle 11,4) per acquisizioni totali di 78,7. Nel 2021, ha investito 71,8 milioni in calciatori tra cui 20,6 per Musso, 16,2 per Romero e 14,5 per Koopmeiners, mentre escono Diallo e Barrow.

INVESTIMENTI DA GRANDE CLUB
Nel solo primo semestre del 2022, gli investimenti ammontavano a 45,6 milioni di euro, con acquisizioni sopra la soglia dei 20 milioni, come Boga e Demiral. Nella scorsa stagione, Ederson e Højlund sono arrivati per un totale di 65,4 milioni di euro. Quest’anno, gli investimenti hanno toccato i 74,1 milioni di euro, con Touré e Scamacca che hanno rappresentato i colpi più costosi. In questo arco di tempo, dalla svolta del 2017, l’Atalanta ha mobilitato ben 478 milioni di euro in investimenti per i calciatori.

INFRASTRUTTURE E AUTONOMIA FINANZIARIA
L'Atalanta - analizza il dato La Gazzetta dello Sport - ha costruito un modello sostenibile, grazie a risorse autoprodotte, premi della Champions League e ricavi incrementali. In cinque anni, il segmento commerciale si è quasi triplicato, fino agli attuali 27 milioni di euro, mentre i ricavi dello stadio sono saliti a quota 12 milioni. Il Gewiss Stadium da 25mila posti è il fiore all’occhiello delle infrastrutture nerazzurre, con un investimento totale di 100 milioni di euro.

IL SEGRETO DEL SUCCESSO
Il segreto del successo dell’Atalanta risiede in una crescita organica e sostenibile. Dal 2017, il club ha movimentato investimenti per circa 600 milioni di euro. Questo approccio ha permesso all'Atalanta di competere ai massimi livelli, portando il club bergamasco a trionfare in Europa League e a iscrivere il proprio nome tra i grandi del calcio europeo. L'Atalanta non è più solo una fabbrica di talenti, ma una vera e propria potenza del calcio, capace di investire e crescere grazie a una gestione esemplare. 

Sezione: Copertina / Data: Ven 24 maggio 2024 alle 07:30
Autore: Lorenzo Casalino
vedi letture
Print