Cento giorni per cambiare pelle, cento giorni per convincere. Nella rubrica SkySport Insider, Max Nebuloni, storico inviato di Sky per l’Atalanta, racconta la “rivoluzione silenziosa” firmata Ivan Juric: un progetto tecnico che, tra scetticismo iniziale e nuove certezze, sta riscrivendo la narrazione di una squadra che sembrava impossibile da toccare dopo l’era Gasperini.
Dopo poco più di due mesi di lavoro, il bilancio del nuovo corso è sorprendente: nessuna sconfitta in Serie A, 10 punti in 6 partite, un’unica caduta – quella con il Psg, in Champions League – contro una squadra semplicemente fuori portata. Numeri che bastano a certificare una partenza sopra le aspettative, ma che da soli non raccontano l’essenza di questa nuova Atalanta.
IL METODO JURIC: IDENTITÀ SENZA STRAVOLGIMENTI - Juric non ha ribaltato l’impianto tattico ereditato da Gasperini, lo ha rimodellato con intelligenza, come spiega Nebuloni. Più equilibrio, meno frenesia: una squadra che sa difendere con ordine e colpire in velocità, sfruttando le caratteristiche esplosive di Sulemana e Lookman. Il contropiede è tornato un’arma centrale, il pressing è più selettivo, e la transizione offensiva è costruita per sfruttare gli spazi con rapidità chirurgica. Non è un caso, sottolinea l’inviato di Sky, che nelle prime giornate la Dea abbia spesso lasciato il possesso agli avversari, per poi colpirli alle spalle, come nel successo con il Bruges e nella convincente prova contro il Como. La filosofia è chiara: meno spettacolo fine a sé stesso, più concretezza e cinismo.
SULEMANA, LA SCOSSA CHE NON TI ASPETTI- Tra le note più luminose di questa prima parte di stagione, c’è il nome di Kamaldeen Sulemana, ribattezzato da Nebuloni “la sorpresa più elettrica del nuovo ciclo”. Due gol e un assist in sei partite, ma soprattutto una crescita esponenziale nell’intelligenza tattica e nella lettura delle situazioni di gioco.
Il ghanese, arrivato in sordina, è diventato l’uomo in più di Juric: imprevedibile, verticale, capace di rompere le difese con uno scatto o un cambio di passo. E accanto a lui, Lookman è tornato quello dei tempi migliori, sempre più coinvolto nel sistema e sempre più incisivo nel ruolo di seconda punta.
I GIOVANI DELLA DEA, IL CORAGGIO CHE PREMIA - L’emergenza infortuni – otto assenti contro il Como, più De Roon squalificato – ha trasformato un limite in opportunità. Juric, costretto a rimescolare le carte, ha avuto il coraggio di lanciare Lorenzo Bernasconi (21 anni) e soprattutto Honest Ahanor (17), “un ragazzo che non ha ancora la patente, ma in campo guida la difesa come un veterano”, scrive Nebuloni. Il risultato? Due titolari in più scoperti quasi per caso, ma che ora fanno parte integrante delle rotazioni. Giovani cresciuti dentro la filosofia del club e pronti a portare nuova energia in un gruppo che si sta rinnovando con naturalezza.
LA SOSTA DEL RILANCIO - Per Nebuloni, la sosta di ottobre è arrivata nel momento giusto. Un’occasione preziosa per ricompattare il gruppo e recuperare quasi tutti gli infortunati. “L’infermeria si svuota, il gioco cresce, Lookman brilla e l’ottimismo torna a Bergamo”, scrive l’inviato Sky. Non è un caso che anche Luca Percassi, pochi giorni fa, ai microfoni di Sky Sport, abbia voluto sottolineare la fiducia totale nel tecnico croato: «Siamo molto contenti del lavoro di Juric». Il difficile, ora, sarà mantenere il ritmo: sette partite in ventidue giorni, un tour de force che metterà alla prova solidità e mentalità. Lazio, Cremonese, Milan, Udinese e Sassuolo in Serie A, poi Slavia Praga e Marsiglia in Champions League: un ciclo che potrà dire molto del futuro immediato della Dea.
IL NUOVO ORIZZONTE DELLA DEA - Il “governo Juric”, come lo definisce Nebuloni, ha superato con successo la prima fiducia parlamentare. Non era semplice raccogliere l’eredità di un decennio irripetibile, ma i primi cento giorni hanno dimostrato che la transizione è possibile. L’Atalanta ha ritrovato entusiasmo, identità e prospettiva. Non è più la squadra monocorde e dipendente da un’idea, ma un collettivo flessibile, capace di adattarsi e reinventarsi.
Juric, scrive Nebuloni, “non ha cambiato la natura della Dea, le ha solo ricordato come si cambia senza smettere di credere in sé stessa”. E in fondo, questo è il miglior segnale che Bergamo potesse aspettarsi.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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