La maledizione non molla Giorgio Scalvini. Tornato in campo domenica contro la Lazio dopo oltre un mese di stop, il difensore dell’Atalanta si è fermato di nuovo per un problema muscolare al flessore sinistro. Gli esami effettuati ieri mattina a Zingonia hanno confermato la lesione di primo grado al bicipite femorale, con tempi di recupero stimati in tre settimane. Non un infortunio grave, ma l’ennesima frenata di un percorso tormentato.
I TEMPI DI RIENTRO – Il calendario non dà tregua e la tabella del recupero lascia pochi margini: il rientro del bresciano è previsto solo dopo la sosta di novembre, quando scadranno i ventuno giorni di stop, in coincidenza con Atalanta-Sassuolo, ultima gara prima della pausa per le nazionali. Scalvini sarà quindi costretto a saltare sei partite: Slavia Praga, Cremonese, Milan, Udinese, Olympique Marsiglia e Sassuolo.
INFORTUNI A CATENA – È il quarto stop in sedici mesi per il classe 2003, che da oltre un anno non riesce a trovare continuità. Il suo calvario era cominciato il 2 giugno 2024, con la rottura del legamento crociato nell’ultima, inutile gara contro la Fiorentina. Rientrato dopo sei mesi, Scalvini era riuscito a collezionare otto presenze parziali prima della lussazione alla spalla subita a gennaio a Barcellona, che gli aveva chiuso la stagione. Quest’anno, dopo un’estate finalmente regolare, ecco due nuovi stop muscolari: prima l’adduttore destro a Parigi il 18 settembre, poi ora il bicipite femorale sinistro.
UN GIOIELLO DA PRESERVARE – Per l’Atalanta è una perdita importante - rimarca L'Eco di Bergamo -, ma non drammatica. L’infermeria si sta progressivamente svuotando: Kossounou e Bellanova sono tornati in gruppo, Kolasinac è vicino al rientro e il giovane Ahanor si è imposto con personalità. Juric potrà dunque contare su Djimsiti, Hien, Kossounou e Ahanor per gestire le prossime settimane.
TRA SPERANZA E PRUDENZA – A Zingonia c’è massima cautela: nessuno vuole forzare i tempi, consapevoli che il ragazzo resta uno dei pilastri del futuro. La società lo considera un patrimonio tecnico e umano da proteggere, tanto da aver rifiutato in estate le avances del Newcastle. Scalvini è cresciuto nella cantera atalantina e rappresenta uno dei simboli del progetto. Ma per tornare il difensore dominante di un tempo serviranno pazienza e continuità di lavoro.
UN RITORNO ATTESO – Il destino, per ora, è stato crudele. In poco più di un anno, Scalvini ha collezionato appena 13 presenze, senza mai ritrovare la miglior forma. L’obiettivo ora è tornare definitivamente al top entro l’inverno, lasciandosi alle spalle un incubo lungo sedici mesi. In fondo, c’è anche un sogno da rincorrere: riconquistare la Nazionale e puntare al Mondiale.
UNA DEA CHE ASPETTA – Juric e l’Atalanta lo aspettano, consapevoli che per tornare grandi serviranno anche lui e Scamacca, altro talento frenato dai guai fisici. Entrambi sono il simbolo di una squadra che non si arrende mai, ma che ora – più che mai – ha bisogno di una tregua dalla sfortuna.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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