Cambiare per rimanere grandi. Con la presentazione di Ivan Juric, l’Atalanta ha definitivamente voltato pagina dopo nove anni segnati dall’epoca d’oro di Gian Piero Gasperini. Un passaggio epocale, che ha bisogno di coraggio, lucidità e soprattutto di idee molto chiare. L’impressione è che la dirigenza nerazzurra abbia scelto proprio questa strada, confermata anche dal modo in cui Antonio Percassi e Stephen Pagliuca hanno introdotto alla piazza il tecnico croato.
Non era facile raccogliere l’eredità di Gasperini, il tecnico che ha reso possibile ciò che per Bergamo sembrava solo un sogno: l’Atalanta stabilmente tra le grandi d’Europa. Ma la decisione di affidare la squadra a Ivan Juric non è un salto nel buio, bensì una logica conseguenza di quanto costruito finora. Juric è un discepolo del “Gasp”, un tecnico che ne ha raccolto la filosofia calcistica per estremizzarla, portandola a livelli di aggressività e dinamismo ancora più accentuati. Ed è proprio qui che sta il grande paradosso di questa scelta: Juric rappresenta contemporaneamente novità e continuità.
Stephen Pagliuca e Antonio Percassi, nella loro compatta presenza alla conferenza di presentazione, hanno voluto ribadire che Juric non è solo una soluzione tecnica, ma una scelta di visione. Il croato incarna perfettamente i valori dell'Atalanta: impegno totale, gioco offensivo, identità forte e spirito vincente. Pagliuca ha parlato apertamente di «mentalità vincente», di «esperienza ad alto livello» e di un calcio che continuerà a essere spettacolare. Parole forti, un’investitura chiarissima. Antonio Percassi ha rincarato, parlando di un tecnico che entra a far parte della famiglia nerazzurra con le qualità che Bergamo apprezza di più: serietà, lavoro e senso di appartenenza.
Juric, dal canto suo, ha affrontato subito l’ombra lunga di Gasperini, senza paura: «Non mi pesa l’eredità del Gasp, è meglio arrivare in un ambiente abituato a lavorare bene». Non sono parole di circostanza, ma la consapevolezza di un uomo che ha imparato a sue spese, tra Roma e Southampton, quanto possa essere difficile partire in corsa. Questa volta potrà farlo dal primo giorno, elemento fondamentale per un allenatore come lui che fa dell’intensità e della compattezza di gruppo il suo punto di forza. Juric sa che qui avrà il tempo di lavorare e plasmare la squadra secondo la propria visione, pur mantenendo quei principi che hanno portato Bergamo in alto.
In attesa che si definiscano ulteriormente le strategie di mercato, il nuovo tecnico nerazzurro non ha escluso la possibilità di una doppia punta pesante, Scamacca-Retegui. Un’idea intrigante, su cui già Gasperini aveva fantasticato senza poterla concretizzare. Ora, con i due attaccanti finalmente a disposizione, Juric potrebbe aggiungere quella variante offensiva che gli permetterebbe di migliorare i numeri sottoporta delle sue squadre precedenti. E proprio questa è una delle sfide più affascinanti: portare il suo calcio iper-aggressivo a esprimere al massimo anche il potenziale offensivo, sfruttando il talento puro a disposizione.
La tifoseria atalantina, con uno striscione, ha già indicato al tecnico la strada: maglia sudata, squadra che pressa, che lotta. Juric non ha esitato a sposare questo messaggio, promettendo ciò che lui stesso è abituato a pretendere sempre dai suoi giocatori: massimo impegno e identità fortissima. Juric a Bergamo non è solo una scelta di continuità: è un atto di coraggio, un segnale che la società vuole consolidarsi e crescere ulteriormente. È l’occasione di dimostrare che si può cambiare senza disperdere quanto di straordinario è stato costruito.
Da oggi Juric ha l’occasione della vita. E Bergamo, ancora una volta, può permettersi di sognare.
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