Una volta il 10 significava genio e fantasia pura. Ora non sempre quel numero ha lo stesso fascino e, soprattutto, non sempre veste le spalle del giocatore più forte o rappresentativo della squadra. Da Milano a Parigi, da Monaco a Manchester, il calcio europeo sta ridefinendo il significato della maglia più iconica del gioco.

ITALIA, IL FASCINO RESISTE - Nel nostro campionato il numero 10 ha ancora un peso specifico enorme. Lautaro Martinez all’Inter lo ha fatto suo con personalità e gol decisivi, diventando il leader assoluto dei nerazzurri. Stesso discorso al Milan con Rafa Leão, da cui Allegri si aspetta il salto definitivo nella dimensione del top player. Alla Juventus la scelta è stata audace: il giovanissimo talento Kenan Yildiz porta oggi la maglia dei miti Platini, Baggio e Del Piero, con l’ambizione di lasciare un segno altrettanto profondo. A Bergamo oggi Samardzic, cercando di ripercorrere le gesta del Papu Gomez, meno quelle di Zaniolo, Tourè. 

PREMIER, IL 10 CHE NON TI ASPETTI - In Inghilterra la storia è molto diversa. Se al Chelsea il 10 assegnato a Cole Palmer è un chiaro omaggio alla tradizione, non è così altrove. Alexis Mac Allister porta la 10 al Liverpool, un buon giocatore certo, ma non il volto simbolo dei Reds. Situazione simile al Newcastle, dove Anthony Gordon veste una maglia che, negli anni d’oro, aveva significati ben diversi. Più singolare la situazione al Manchester City: Jack Grealish, arrivato per brillare, è ormai più comprimario che star assoluta.

TRA SCOMMESSE E SFIDE - Al Bayern Monaco, Jamal Musiala aveva tutto per restituire splendore alla maglia, ma un grave infortunio lo ha fermato sul più bello. Al Tottenham, James Maddison ha ereditato il 10 di Harry Kane, non certo un’eredità semplice, mentre il Manchester United ha sorpreso tutti assegnando la maglia storica a Matheus Cunha dopo la partenza di Rashford verso Barcellona. Una scelta che suona come una scommessa più che una certezza.

IL CASO DEMBÉLÉ - Infine, c’è il Paris Saint-Germain: qui la maglia numero 10 è sulle spalle di Ousmane Dembélé, grande realizzatore ma lontano dalla fantasia di Neymar o Messi, ex proprietari di quella divisa. È il simbolo della trasformazione: un dieci più concreto, meno romantico, sintomo di un calcio che forse non crede più così tanto alla magia di un numero.

Il calcio cambia, le tradizioni pure, e oggi il 10 può significare tutto. O forse, sempre più spesso, quasi niente.

© foto di Daniele Buffa/Image Sport
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Sezione: Altre news / Data: Mer 30 luglio 2025 alle 11:15
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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