L'affare Ndoye-Nottingham Forest continua a far discutere e divide esperti e tifosi: la cifra che può sfiorare i 50 milioni di euro per il giovane talento svizzero non convince Alfredo Pedullà, che senza giri di parole critica apertamente la valutazione data all'ex attaccante rossoblù.

CIFRE FOLLI DALLA PREMIER - Alfredo Pedullà, intervenendo su SportItalia, ha definito «assolutamente fuori mercato» la somma sborsata dal club inglese per assicurarsi Dan Ndoye, classe 2000, reduce da una stagione discreta ma non certo esplosiva al Bologna. «Ndoye è un buon giocatore, potenzialmente un ottimo giocatore, ma non vale nemmeno lontanamente le cifre che il Nottingham ha investito. In Premier League certe società pagano come se i soldi crescessero sugli alberi, ma la Serie A non può ragionare su queste basi».

IL BOLOGNA SA VENDERE - Pedullà riconosce comunque grandi meriti alla dirigenza rossoblù, in particolare a Claudio Fenucci e Giovanni Sartori: «Il  Bologna sa come fare mercato e lo fa molto bene. Vendono come nessun altro, riuscendo a convincere le società inglesi a pagare cifre fuori scala per giocatori che in Italia non verrebbero mai valutati così tanto. Complimenti a loro, ma attenzione perché operazioni di questo tipo rischiano di far perdere il senso delle proporzioni a tutto il mercato».

IL PARAGONE CON LOOKMAN - La valutazione esorbitante di Ndoye porta Pedullà a un paragone provocatorio ma significativo con altre stelle della Serie A, in particolare Ademola Lookman e Khvicha Kvaratskhelia: «Se il parametro è Ndoye a 50 milioni, allora l'Atalanta dovrebbe chiedere 90 milioni per Lookman e il Napoli almeno 100 per Kvara. Parliamo di giocatori con numeri decisamente superiori: non si può pagare come fenomeni calciatori che non arrivano nemmeno in doppia cifra tra gol e assist».

IL RISCHIO DOMINO - Secondo Pedullà, operazioni come questa rischiano di innescare un effetto domino pericoloso per il calcio italiano: «Ora il mercato rischia di impazzire. Le società si sentiranno autorizzate a chiedere cifre spropositate per qualsiasi calciatore emergente. È necessario che tutti mantengano la lucidità e si torni a ragionare in modo realistico».

La Premier League si conferma dunque un altro mondo rispetto alla Serie A, capace di destabilizzare equilibri e parametri. Una lezione che il calcio italiano dovrebbe imparare rapidamente, prima che sia troppo tardi.

© foto di www.imagephotoagency.it
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Sezione: Interviste / Data: Gio 31 luglio 2025 alle 09:30
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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