Chiariamolo subito, evitando qualsiasi equivoco: nessun tifoso atalantino farebbe salti di gioia nel vedere Ademola Lookman lasciare Bergamo. Parliamo del pallone d’oro africano, un talento puro che, numeri alla mano, ha riscritto la storia recente della Dea. Eppure, il calciomercato sa essere crudele: 50, 55, forse addirittura 60 milioni di euro rappresenterebbero una tentazione davvero troppo forte per resistere.
Ma nel calcio, come nella vita, spesso si tratta di scegliere il male minore, il sacrificio necessario. Ecco, il punto è esattamente questo: se davvero l’Atalanta dovesse cedere a un’altra offerta faraonica – dopo la maxi-plusvalenza per Retegui –, il giocatore da sacrificare sarebbe proprio Lookman. Non certo Ederson, uno di quei calciatori che, per qualità tecniche, personalità, e ruolo tattico, è semplicemente insostituibile.
Lookman, lo sappiamo, ha da tempo il desiderio di provare una nuova esperienza in una grande capitale calcistica. L'Atletico Madrid fa sul serio, Simeone ha espresso pubblicamente il suo gradimento, e dietro gli spagnoli spuntano nomi di prestigio come Arsenal, Liverpool e la stessa Inter. Trattenerlo controvoglia sarebbe difficile e forse controproducente. È la dura realtà del calcio moderno: per quanto doloroso, certi addii diventano inevitabili, specie se la proposta economica è irrinunciabile.
La domanda, allora, sorge spontanea: perché invece non blindare definitivamente Ederson? Sarebbe una mossa da grande società, da club che sa guardare oltre l’immediato. Il brasiliano è il perno attorno al quale la squadra può e deve costruire il proprio futuro. Centrocampisti con quella capacità di interpretare entrambe le fasi di gioco, di dettare i ritmi, ma anche di inserirsi e far male, non crescono certo sugli alberi. E perderlo, oggi, sarebbe infinitamente più rischioso rispetto alla partenza dell’attaccante nigeriano.
Ecco perché non sarebbe sorprendente vedere poi nell'eventualità Luca Percassi prendere in mano la situazione, come fece un anno fa quando dichiarò pubblicamente l'incedibilità di Scamacca. Una scelta netta, decisa, di personalità. Anche con un possibile rinnovo di contratto, che permetta a Ederson di sentirsi valorizzato e al centro del progetto atalantino.
Un sacrificio, dunque, sì, ma ben calcolato. Lookman potrebbe andare, portando nelle casse nerazzurre un’altra montagna di milioni utili a rinforzare ulteriormente la squadra. Ederson, invece, dovrebbe restare. Sostituirlo non è certamente facile, e potrebbe essere lui il leader da cui ripartire. Sarebbe una decisione forte, forse non facile, ma proprio da scelte come queste si misura la differenza tra un buon club e un grande club.
Perché alla fine, ricordiamocelo bene, nessuna squadra al mondo diventa grande solo vendendo. Ma lo diventa quando impara anche chi trattenere.
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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