Daniele Fortunato, doppia esperienza in nerazzurro e un totale di 183 presenze con la maglia dell’Atalanta, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di TuttoAtalanta.com. Da uomo spogliatoio e capitano silenzioso, ha raccontato cosa rende unica l’esperienza di un calciatore a Bergamo.

Hai detto spesso di avere “la Dea nel cuore”. Cosa rende l’Atalanta diversa dalle altre?
«Essere a Bergamo non è come in altre società. All’epoca eravamo una provinciale, e chiamare così oggi Atalanta o Bologna fa effetto. Allora se un giocatore faceva bene veniva venduto subito, non c’erano alternative. Noi lottavamo per salvarci in A o risalire dalla B. Io sono arrivato due volte in B e siamo saliti subito in A. In cinque anni: due promozioni, una Coppa Uefa, una finale di Coppa Italia e la semifinale di Coppa delle Coppe da squadra di Serie B. Tanti risultati per una provinciale. Oggi è diverso: l’Atalanta non si può più definire tale».

Un amore rimasto immutato: la Dea per Fortunato è identità, appartenenza e sacrificio, valori che non si cancellano con il tempo.

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Sezione: Interviste / Data: Sab 20 settembre 2025 alle 12:00 / Fonte: Claudia Esposito
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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