Matteo Pessina a "Cronache di Spogliatoio" ha raccontato, in una lunga e bella lettera, il suo rapporto con il mondo della Scuola e dello studio, perchè ci tiene tanto a essere prima che un grande calciatore, uno studente. Di seguito un estratto della lettera che ha scritto proprio agli alunni, raccontando il suo percorso.

«Sono convinto del percorso di studi che ho intrapreso. Non frequento le lezioni, chiaramente, ma mi reco in sede a Roma per svolgere gli esami. Ciò che mi piace è che sono trattato come gli altri, senza favoritismi e senza sentire che il mio cammino è facilitato grazie al mio status. Il giorno dell’esame di Statistica sono arrivato davanti alla Luiss e ho chiesto quale fosse l’aula. C’era un agente nella guardiola e mi ha chiesto il badge, altrimenti non avrebbe potuto farmi entrare. Gli ho spiegato: ‘Non ho il badge, non frequentando non mi è stato mai inviato’. Non voleva farmi entrare, non ne voleva sapere. Ho chiamato il tutor. Dopo qualche minuto è arrivato il direttore, tutto trafelato, e la sbarra si è alzata. La guardia era imbarazzatissima per non avermi conosciuto, mi è dispiaciuto tantissimo perché è una cosa normale. Se non ti piace il calcio non c’è niente di male, ma è stato davvero bizzarro. Un momento di pura normalità che avrebbe potuto riguardare qualsiasi mio coetaneo.

A volte mi hanno chiesto: ‘Hai più tensione alla vigilia di una sfida di Champions o prima di un esame?’ Mi piace vivermi l’elettricità di certi momenti e sfruttarla a mio vantaggio. Penso a mia nonna e a Toni Kroos. ‘Cosa hanno in comune?’, vi interrogherete voi. Senza gli insegnamenti di mia nonna non avrei mai trovato la facilità nel preparare una partita contro il Real Madrid. Lei era professoressa nel primo liceo che ho frequentato. Quando sono entrato io, dopo le medie, lei era già in pensione. Insegnava latino, e infatti andavo fortissimo. Conosceva i suoi ex colleghi, e si immaginava quali versioni avrebbero proposto. Ci fu un giorno, in particolare, in cui mi seguì in un testo di Seneca. Il mattino seguente, il compito era proprio quello! Lo consegnai in 10 minuti e il prof sbalordito mi chiese: ‘Pessina, ma come diavolo hai fatto?!’. La mia risposta fu lapidaria: ‘Semplice prof, l’ho fatto ieri con mia nonna’».

Sezione: Interviste / Data: Gio 27 maggio 2021 alle 16:00 / Fonte: cronachedispogliatoio
Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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