Maurizio Sarri, intervenuto in conferenza stampa da Formello, ha presentato la sfida contro l’Atalanta, in programma domani alle 18 alla New Balance Arena. Un match complesso per una Lazio decimata dagli infortuni e ancora alla ricerca di continuità. «La Lazio attuale è fortemente condizionata dai giocatori a disposizione – ha esordito Sarri –. A Genova avevamo sette assenze, col Torino otto. È una situazione difficile, e dobbiamo affrontarla con umiltà e spirito di sacrificio. Sappiamo che sarà un campionato di sofferenza, ma questo gruppo ha l’obbligo di non perdere la compattezza».
SUGLI INFORTUNATI – Il tecnico biancoceleste ha aggiornato sulle condizioni di Dia, Zaccagni e Marusic: «Sono situazioni limite. Si sono allenati con noi solo oggi e non abbiamo indicazioni precise sul minutaggio possibile. Qualcuno dovrà giocare per forza, ma un cambio sprecato dopo 15 minuti sarebbe un problema. Zaccagni viene da un’estate complicata e un’operazione, mentre Dia ha problemi cronici alla caviglia. Alcuni infortuni sono pregressi, altri traumatici, è difficile dare una spiegazione univoca».
SULLA SFIDA CON L’ATALANTA – Juric, rispetto al passato, ha portato alcuni cambiamenti, ma per Sarri l’essenza resta la stessa: «L’Atalanta di oggi è molto simile a quella di Gasperini, le differenze sono minime. È una squadra fisica, intensa e con una qualità altissima. Affrontarla significa accettare la fatica e la sofferenza come parte del gioco. Non dobbiamo confonderle con la rassegnazione, ma trasformarle in energia».
SULLE SCELTE TATTICHE – Le assenze costringono Sarri a scelte obbligate e a un calcio più pragmatico: «Questa Lazio ha più fisicità rispetto a quella di tre anni fa, ma meno qualità tecnica. Quando affronti squadre come l’Atalanta, serve ordine e capacità di adattamento. Meno punti di riferimento daremo, meglio sarà». Su Cataldi, destinato a un ruolo centrale: «È un giocatore affidabile, riesce a garantire rendimento nel 90% delle partite. Anche nell’anno del secondo posto fu decisivo».
CANCELLIERI E ISAKSEN – Sarri si è soffermato anche sull’evoluzione dei due esterni offensivi: «Cancellieri ha iniziato a capire meglio come sfruttare le proprie qualità: deve muovere la palla veloce e attaccare gli spazi. Se si intestardisce, diventa prevedibile. Isaksen, invece, è in crescita: dopo la malattia che lo ha tenuto fuori, ora lo vedo più reattivo e fiducioso. Ha lavorato bene e finalmente si sta ritrovando».
SULLA SUA LAZIO E SUL FUTURO – Il tecnico non nasconde la difficoltà del momento ma rivendica la scelta di restare: «Ho deciso di rimanere per rispetto dell’ambiente e del popolo laziale. In un’altra situazione probabilmente me ne sarei andato. Qui, invece, sento ancora la forza di costruire qualcosa, nonostante le difficoltà quotidiane. Voglio far crescere questo gruppo e tirare fuori sette-otto giocatori che possano affermarsi ad alto livello».
SUI GIOVANI E SULLA CRESCITA – Sarri guarda al futuro con pragmatismo ma anche con fiducia: «Abbiamo molti ragazzi che giocano per istinto, è difficile farli crescere nel mio calcio ordinato, ma li vedo migliorare. Io stesso sto cambiando qualcosa per accompagnarli nel percorso. Se continueranno con la stessa applicazione, arriveremo dove voglio. A fine stagione spero di potervi dire tre o quattro nomi che avranno fatto il salto di qualità».
In emergenza, ma con la solita lucidità. Sarri prepara la sfida alla Dea tra problemi fisici, adattamenti tattici e orgoglio personale. «Affrontiamo una squadra più forte – ha concluso – ma noi ci saremo, con umiltà e determinazione». Domani, a Bergamo, serviranno entrambe.
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Autore: Redazione TuttoAtalanta.com / Twitter: @tuttoatalanta
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