Qualcosa di scritto già esiste ma è meglio scoprirlo come valore aggiunto. Il Cagliari deve ripartire da zero. Una frustrazione per certi versi ma anche una necessità. Una frustrazione perché ogni volta devi cancellare la lavagna e non hai spazio per poter arricchire la pagina della storia recente rossoblu. Una frustrazione anche per i reduci dell’episodio precedente che vorrebbero non essere considerati “zero”. Dopo il pieno di successo che si è portato via Claudio Ranieri, non ha senso contare le briciole, rivendicarle, meglio ripartire appunto dallo zero, da una pagina bianca tutta da scrivere.
Davide Nicola. Qualsiasi allenatore non avrebbe riempito lo spazio in termini di fiducia e credibilità. All’uomo dei miracoli”, capace di salvare il salvabile nelle ultime esperienze in panchina, viene data la possibilità di dimostrare di essere un tecnico completo e non un soccorritore del 118 calcistico. Una sfida prima con se stesso e poi con la piazza. Una grande opportunità e un’impresa non certo più facile rispetto alle ultime in cui ha portato in salvo le navi che affondavano. Non una stagione da riparatore ma da programmatore.
Mica facile a Cagliari. La gestione Giulini ha alcune basi sulle quali poggiare il futuro. Intanto la mantenuta serie A con reduci che potrebbero non essere lo zero assoluto ma fornire una spina dorsale sulla quale tentare di allestire una rosa credibile. Poi gli ex primavera delle ultime stagioni dove i risultati utilizzati come statistiche dimostrano la capacità di concorrere con le prime dieci della serie A. Passaggi diretti e passaggi indiretti. Sono almeno quattro le stagioni che hanno fornito numeri interessanti con protagonisti non tutti persi. Il ritorno di Kourfalidis, la possibilità di promuovere i migliori dello scorso campionato, l’idea di affidarli ad un tecnico che con loro possa accettare la sfida, diventando il simbolo di chi deve dimostrare il suo valore per conquistare la fiducia di una piazza che se ti spendi per la causa è in grado di aiutarti e sostenerti.
C’è da soffrire. Ancora. Certo, si vorrebbe uscire da questo pantano di obiettivi minimi, ma abbiamo perso il treno e dobbiamo aspettarne un altro, preparandoci a salire senza il rischio di cadere. Soffrire è il nostro destino. Non arrenderci e fare squadra, è il nostro margine di crescita. Arriva Nicola? Viva Nicola! Perché Nicola diventa il Cagliari e per il suo successo passa il successo del sodalizio rossoblu.
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